L’uovo meraviglioso, Dahlov Ipcar – 2014, Orecchio acerbo
Ricordate l’illustrazione di John Tenniel per Alice che dialoga con il Dodo? Ebbene, nel momento in cui ho letto il nuovo albo orecchio acerbo di Dahlov Ipcar, L’uovo meraviglioso, ho subito pensato a quante cose in comune avessero le illustrazioni di Ipcar con quella specifica tavola di Tenniel. L’uovo meraviglio potrebbe essere un uovo di dinosauro: sta comodamente adagiato in un nido di muschio blu/verde nella giungla del mondo e attorno a lui si muovono dinosauri di ogni specie; per ogni specie una doppia pagina, informazioni circostanziate su habitat e caratteristiche, illustrazioni dettagliate e una domanda: di che uovo si tratta? Quale specie nascerà da quell’uovo?
L’uovo meraviglioso, Dahlov Ipcar – 2014, Orecchio acerbo
Torniamo a Tenniel. Quando realizzò la celebre illustrazione cercò di restare fedele all’immagine che del dodo, animale estinto, aveva dato lo scienziato che ne aveva ritrovato e conservato i resti e si ispirò al dipinto del 1651 di Jan Savery che lo ritrae fedelmente nel museo dell’università di Oxford. Egli fece quindi col dodo quello che Ipcar fa coi dinosauri: ne illustra fedelmente i contorni per poi collocarli in un contesto fantastico/immaginativo. Il fatto che si tratti di esseri estinti conferisce, poi, loro la profondità della meraviglia che tutto investe quando si dà forma e contesto a ciò che mai si potrà osservare nella realtà. Senza contare che i dinosauri erano stupendamente, terribilmente e gigantescamente grandi e il confronto tra quel che noi esseri umani siamo e l’enorme possanza di creature reali ma al contempo ormai fantastiche è uno degli elementi che può mettere in moto la fantasia di un bambino con efficacia e stupore. Non a caso, in fondo all’albo ci sono delle pagine in cui si sottolinea, con tanto di misure, quanto i dinosauri fossero imponenti.
L’uovo meraviglioso, Dahlov Ipcar – 2014, Orecchio acerbo
Torniamo all’uovo. A vederlo così potrebbe essere un uovo di brontosauro come di triceratopo o pteranodonte. Da quell’uovo potrebbe nascere un essere con zampe grosse quanto tronchi, o dai denti affilati. Potrebbe nascere un erbivoro pacifico dal becco d’anatra che ama sguazzare nell’acqua palustre o un corazzato, mastodontico stegosauro. Volta la pagina e un’ipotesi nuova s’affaccia quando già la precedente aveva convinto e testoline serie e rapite molleggiavano a dire: sì, sì! Si tratta di un uovo di Tracodonte! In realtà l’uovo potrebbe, ma non è, essere un uovo di dinosauro. Giacché invece è un uccello, o meglio, il pulcino di quello che diventerà un bellissimo uccello, il primo uccello del mondo, non un dodo goffo e dal becco ingombrante che pontifica e ironizza su fantomatiche gare, ma un uccello con ali sontuose e canto cristallino. E qui il rischio è solo uno: che qualche vocina razionale si scosti dalla rapita meraviglia quell’attimo bastante a porre una domanda: ma chi è nato allora prima? L’uovo, non la gallina!
L’uovo meraviglioso, Dahlov Ipcar – 2014, Orecchio acerbo
Nelle illustrazioni trionfa il verde che immagino fosse quello di una delle felci preferite dagli erbivori bonaccioni e ingombranti; su di esso s’adagiano tratti neri che sono pennellate, contorni, ombre e profondità. Quello che ho più apprezzato, tra le tante cose che fanno di questo uno degli albi che non può mancare nella libreria dei vostri bambini, è il senso di continuità, la dolce sensazione che la vita possa rinnovarsi, adattarsi, modificarsi. La sensazione e la tranquillità che ci siano linguaggi chiari e nitidi che riescono a comunicare con efficacia ai bambini ciò che parrebbe complesso e astruso: di ciò che c’era e non c’è più rimangono chiare le tracce e queste tracce le lasciano esseri a tutt’oggi viventi. Se non è questa la meraviglia!
L’uovo meraviglioso, Dahlov Ipcar – 2014, Orecchio acerbo
Autore: Dahlov Ipcar
Editore: Orecchio acerbo
Dati: 2014, 48 pp., 14,50 €