Il lugubre bilancio del comunismo di potere va ad intaccare le coscienze di chi - effettivamente e senza paraventi - comunista lo è stato. Questa struggente sensazione di fallimento convive però con una certezza, altrettanto forte e perfettamente contraddittoria: che quella appartenenza, quella cultura, quella militanza è stata occasione di crescita, di riscatto, di autentica liberazione per milioni di persone, specie gli umili, gli sfruttati, i senzanome e senzadio, che dentro a quella scuola si sono costruiti una dignità e un'identità prima impossibili.
Se del comunismo è inevitabile avere una pessima memoria, di quanti comunisti non possiamo avere una ottima memoria? Vi risparmio l'elenco dei nomi (uno è mancato due settimane fa…), ma ognuno di noi ne ha parecchi in mente. La mancata comprensione di questo viluppo stretto tra un ideologia totalitaria e la sua capacità di suscitare anche coscienza critica, moralità e storie degne di essere ricordate, è ciò che rende monca un'analisi storica che va molto in voga in questi tempi. E anche poco affidabile, se permettete. Chi conciona contro il comunismo, perché omette di riflettere sui comunisti?...