Un paio di giorni fa su Affari Italiani è uscita un'intervista ad Antonio Riccardi, direttore letterario della Mondadori, in cui ha presentato in anteprima i Flipback, ovvero un nuovo rivoluzionario formato di libri tascabili.Libri grandi 1/6 dell'edizione normale, che si leggono in verticale, che si sfogliano con una sola mano e che stanno in tasca.I primi titoli, tutti già usciti nei formati tradizionali per la Mondadori, arriveranno in libreria l'8 di maggio, con un prezzo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 10€.
Ma tutte queste obiezioni potranno essere smentite una volta visto uno di questi libricini dal vivo. Ciò che però più di tutto mi lascia basita è il fatto che si pensi che basta cambiare il formato per avvicinare potenziali lettori alla lettura. Chiedete a un non lettore perché non legge. In quanti vi risponderanno che è perché il libro si apre a sinistra e non in alto? In quanti vi risponderanno che non leggono perché fanno fatica a tenere un libro in mano? Magari qualcuno c'è davvero eh... però dai, un romanzo tascabile pesa poco di più del telecomando della tv (dipende dalla copertina, se è cartonata o meno). Non riesco quindi a capire come, in tempi di crisi, economica certo, ma anche culturale e di lettori, la soluzione possa essere quella di cambiare il formato dei libri.
Prima di preoccuparsi del formato, secondo me, bisognerebbe pensare al contenuto. Alla qualità di quello che si pubblica. Al costo, anche, con cui i libri nuovi vengono messi in commercio. Il formato conta, certo, ma fino a un certo punto.Nell'intervista Riccardi dice che il nuovo formato si rivolge soprattutto ai lettori forti. Quelli che leggono tanto, tantissimo e ovunque si trovino. E che probabilmente, visto che leggono tanto, tantissimo e ovunque si trovino hanno già un ereader.
Oltre al fatto che un lettore forte, spesso è anche un po' maniaco e ama avere una libreria in ordine. Così, di colpo, oltre alle ovvie differenze di formato tra una casa editrice e l'altra (differenze che, sia chiaro, adoro perché caratterizzano e identificano ogni casa editrice), si ritroverà anche ad avere libri che, senza una mensola apposita, non stanno da nessuna parte.
Mi chiedo se qualcuno abbia mai davvero chiesto ai lettori forti di che cosa hanno bisogno, prima di sfornare novità. Avessero chiesto a me, avrei risposto ciò che ho già detto prima. Libri belli nel formato certo, che lo so anche io che anche l'occhio vuole la sua parte, ma soprattutto libri belli nel contenuto e a prezzi umani.
Sicuramente all'inizio questi libri venderanno (e sicuramente uno lo comprerò anche io, o almeno lo sfoglierò), perché le novità attirano sempre. Quindi le sue casse Mondadori forse un pochino le sistemerà.
Però da una casa editrice così grande, con così tanto "potere" mi aspetto qualcosa di diverso, qualcosa di più, per diffondere la voglia di leggere. Non semplici operazioni commerciali per guadagnare soldi.
Perché se metto le luci di Natale a un water, per quanto più colorato, rimane sempre un water.
(Ovviamente, mi riservo di cambiare idea una volta visti i libri dal vivo... e scriverò un post di mea culpa).