Mentre a Bangkok protestano contro un’amnistia che non accontenta nessuno e portano avanti una guerra alla corruzione e all’ingiustizia, noi qui in Isaan siamo seduti sul bordo del campo ad aspettare che la mietitrebbiatrice finalmente spunti all’orizzonte, combattendo la nostra battaglia contro la noia dell’attesa. Ce l’ha promesso, non può farci aspettare inutilmente. Noi all’alba eravamo già qui ma il gigante d’acciaio no. Per ammazzare il tempo nel frattempo nella mia mente fantastico e canticchio una vecchia canzone che con la Thailandia apparentemente non ha nulla a che fare…
Generale, dietro la collina
ci sta la notte buia e assassina,
e in mezzo al prato c’è una contadina,
curva sul tramonto sembra una bambina,
di cinquant’anni e di cinque figli,
venuti al mondo come conigli...
F. De Gregori, 1978
L’arrivo del “generale”
Camminata spavalda di chi ha fatto i soldi ed è fiero di dove è arrivato, elmetto militare che sembra uscito da un fumetto di “Sturmtruppen” al posto di un casco da motociclista, moto stile Harley-Davidson con sellino rattoppato col nastro isolante che di Harley ha solo un adesivo sbiadito sulla targa… nonostante l’aspetto ha mantenuto la promessa e ha condotto il suo gioiello meccanico fino alle risaie di Noom. Stando ai conti fatti ce la dovremmo fare in poche ore e prima del tramonto tutti i sacchi saranno già pieni e pronti per essere venduti.
Dopo tanto attendere ecco che il lavoro arriva per tutti.
Sistemati i sacchi vuoti sulla macchina
in pochi minuti la prima risaia cede i suoi chicchi alla macchina che impietosa si apre un varco risucchiando le spighe e rigettando la paglia.
Nell’aria l’odore del fieno tagliato si fa progressivamente più intenso. I primi sacchi riempiti con il raccolto vengono lasciati ai bordi del campo e così inizia anche il nostro lavoro. Ogni sacco pesa oltre 50 kg e trasportarlo a spalla con i piedi che affondano nella melma non è affatto facile. Anche donne e bambini si danno da fare e riscoprono aiutandosi a vicenda come sia l’unione a fare la forza
In meno di 2 ore i sacchi accumulati vengono caricati sui carri e portati dove il camion questa sera li verrà a prendere.
Tutto procede per il verso giusto…
Generale, dietro la collina
ci sta la notte buia e assassina…
E’ bastato un attimo di distrazione di chi sonda il terreno e una manovra sbagliata del conducente per far sprofondare la mietitrice. I cingoli non hanno trovato dove far presa e in pochi istanti eccoci qui a contemplare impotenti il gigante di metallo inerme intrappolato nel fango.
… dentro la mia testa risuonavano già i peggiori improperi che sarebbero potuti riecheggiati se fossimo stati in Italia. Il “generale”, chiamato al cellulare perché venisse a vedere la situazione, arrivato alla risaia ha saputo saggiamente dire ไม่เป็นไร - Mai Pen Rai che in altre parole potrei tradurre con non importa, non è grave, per tutto si trova una soluzione! Il tempo passa e il riso sembra aver vinto la sua guerra contro la macchina. Non sa che dietro al Mai Pen Rai ci sono secoli di saggezza. Il “generale” sa condurre i suoi uomini alla vittoria…
Ci sono volute 3 ore, una dozzina di bottigliette di Red Bull, 4 secchielli del ghiaccio, 2 assi di legno e 1 pala ma alla fine la mietitrice è stata liberata e ha potuto terminare la sua battaglia vittoriosamente.
Generale, la guerra è finita,il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
dietro la collina non c’è più nessuno…
Nel campo non cè più nessuno. Noi, consegnato il riso all’acquirente, siamo finalmente a casa. Gli stessi abiti indossati per 2 giorni di seguito sembrano aver superato mille battaglie e sono pronti per andare n congedo. I tagli sulle piante dei piedi mi fanno ripensare al monaco incontrato 2 giorni fa e che a piedi nudi ogni giorno fa decine di chilometri. A piedi nudi camminiamo per casa, a piedi nudi percepiamo il calore della terra e dell’acqua quando lavoriamo nelle risaie, a piedi nudi ci raccogliamo sulla tavola (perché qui in Isaan la gente non si siede attorno alla tavola ma ci si siede sopra) per condividere quella che per me è l’ultima cena qui. Chi mi conosce sa che importanza ha per me camminare a piedi nudi.
Domani si torna a Bangkok. In anticipo rispetto al previsto. Ma “mai pen rai”, so già che ci sarà un’altra scusa per tornare a Sakon Nakhon.
Generale, queste cinque stelle,
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno dentro al rumore di questo treno,
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno,
tra due minuti è quasi giorno,
è quasi casa, è quasi amore.
Francesco De Gregori 1978 (qui il video su youtube)
PS: Chissà se Chicca canta ancora questa canzone qualche volta? L’ho riascoltata e ovviamente mi sono ritrovato seduto in un prato a metà degli anni ‘80 con lei e altri amici dei tempi che furono. Forse lei questo post non lo leggerà ma qualcuno magari le potrà dire che l’ho pensata!
A Piedi nudi è finita anche su Instagram ovviamente. Chissà se prenderanno me e Cabiria per feticisti?
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