e allora che cos'è questa strana inquietudine
che accelera il battito,
che sta appesa dentro al petto,
che smuove sospiri?
c'entra la nostalgia, sicuro,
di quei profumi là,
di brividi ghiacciati,
di slanci coraggiosi,
di gabbiani indifferenti,
di jacarande ostinate e rispettose.
La nostalgia di quel calore,
di passi doloranti verso un oblio desiderato,
dell'umido di una stanza in cima alle scale,
rose bianche ad aspettarci.
La nostalgia di quelle attese,
di parole tra noi leggere,
di un sorriso,
di un guizzo attento in uno sguardo,
della scoperta di altre teste
e che dietro a nomi che incutono timore ci sono persone,
magari buffe, magari di disarmante dolcezza.
Ed è come il colpo di fulmine quando sei ragazzina dopo che te ne sei partita,
che poi ti manca il fiato,
e il pensiero si fa ossessione
e acuta malinconia.
E ora, qui, proprio adesso,
davanti a parole tutte diverse,
a gabbie, refusi, tagli e dida da fare,
davanti a facce stereotipate in ghigni elargiti a comando,
il grigio alla finestra,
la musica in cuffia come unica via di fuga,
ora, qui, proprio adesso,
mi sento un po' che sono triste.
Ma so che basta aspettare,
che come quei colpi di fulmine a 16 anni,
domani questo languore sarà passato,
resterà solo un palpito leggero,
nascosto chissà dove.