“Di lì sembra quasi una città vera”

Creato il 03 agosto 2015 da Povna @povna

A parte la settimana a fine agosto dallo zio Matto (che, come è noto, non si tocca) la ‘povna quest’anno sapeva che non avrebbe fatto vacanze. Non nel senso del riposo, ci mancherebbe, me intese nel senso di quella cosa per cui si prenota da qualche parte per un numero di giorni un posto per mangiare e dormire, poi si prenota un mezzo di trasporto, si prende e si parte. Le ragioni sono varie, ma cominciano e finiscono, sostanzialmente, con una (che si chiama “stipendio degli insegnanti”). La cosa non è tragica, sia in assoluto (in un momento di crisi, fare un lavoro che piace, e a posto fisso, per di più meritandolo, vale tanto oro quanto si pesa – e pazienza se la ‘povna è leggera, si userà il peso specifico), sia nel particolare (la piccola città è sul mare, ci sono tanti amici che rimangono, e poi non è che nemmeno nei momenti di vacche medie la ‘povna sia mai stata il tipo da soggiorno tutto incluso per una settimana) e la ‘povna, tra bagni al Cappellaio Matto, una gita al nord e qualche #cisivedeingiro si era organizzata come più le piace. Restava però in sospeso una proposta che lei e Streghetta avevano immaginato fino dalla scorsa estate, sognandosela:
“Perché non vieni a trovarci a Matera quando torno dai miei, l’anno prossimo?” – aveva offerto l’amica.
“Sarebbe splendido” – aveva annuito la ‘povna.
E tutte e due si erano date di lena a progettare.
Il progetto era stato fatto, e disfatto più volte in questi mesi, strada facendo. Per i motivi economici di cui sopra, perché nel frattempo c’erano stati dei cambiamenti anche nella vita di Streghetta (e di suo marito Robocop). Ma poi, a un certo punto, in concomitanza di una festa, le due si erano decise: “Gli aerei per Bari spesso hanno delle offerte micidiali, è a un’ora di distanza, sul resto facciamo vita come nelle piccola città, la spesa è minima” – aveva argomentato Streghetta – “dai, proviamoci!”.
“E proviamoci!” – aveva detto la ‘povna. E si era data di lena a risparmiare.
Così, per tutto l’inverno, la primavera, e poi parte di questa stessa estate, la ‘povna ha rinunciato a cose, volta per volta: col sorriso sulle labbra e con puntiglio. I caffè al bar (che fanno venti euro al mese, quasi un terzo del biglietto), una cena fuori (“mi dispiace, ho già un impegno”), gli inviti altrove fuori porta, qualche libro desiderato (“Ma arriva in biblioteca tra un mese, andrà benissimo”), qualche aperitivo (“Non ho voglia di bere e di mangiare, prendo un succo”), molti cinema, persino i viaggi al nord prenotati sull’impronta, quel paio di scarpe così belle e così inutili. Ogni volta ha annotato tutte queste rinunce in un quaderno mentale, e occasionalmente anche di carta. Poi, a un certo punto di luglio, le è arrivato l’sms di Streghetta: “I voli per Bari, andata e ritorno, sono a meno di 70 euro”.
Così la ‘povna ha sfogliato il quaderno mentale, poi ha consultato il conto online: e si accorta che la strategia aveva funzionato. Questa sera, dunque, con il suo zaino valigia leggerissimo, la ‘povna partirà per la città di sogno. Non la vede dal millenovecentottantotto, quando ci andò con Thelma, e Mrs. e Mr. Mifflin. Lì la aspettano Streghetta e Robocop, e una casa nel tufo. E poi giri per il centro storico, bellissimo, il tempio di Apollo Licio, la proiezione del Vangelo secondo Matteo in notturna in mezzo ai Sassi. Tornerà giovedì sera, come da offerta volo, e già sa che sarà splendido.
Per non sbagliare, da leggere, si porta Carlo Levi che non riapriva dal liceo (e questa è una lettura altra). E poi, sul resto, se la gode.


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