Ho iniziato ad interessarmi veramente alla politica con la nascita del pd, avevo solo 17 anni e l’ingenuità necessaria per credere fino in fondo ad un progetto come quello.
Con qualche alto e molti bassi, il pd è arrivato a resistere al crollo (presunto) della seconda repubblica, e ad essere il primo partito italiano.
Ma la lista civica nazionale, no. Sarebbe l’ammissione del fallimento.
Lo ricordo bene, “il pd non è la fusione a freddo di ds e margherita, ma un’apertura alla società civile, ai giovani”… la stessa società civile che oggi quei dirigenti vogliono candidare, ma a parte, quasi a marcare la distanza da loro.
Il progetto, peraltro, non mi pare opera di un fine statista, quanto di un mediocre politicante: se il problema è la “antipolitica”, quindi l’allontanamento degli elettori, la risposta più logica dovrebbe essere una forte apertura alla società civile, con primarie per la premiership e le candidature, e non la creazione di un altro recinto, separato ovviamente.
Insomma, la strategia è sempre la stessa: la “nomenklatura” fa finta di lasciare spazio, simula un rinnovamento, noi allocchi ci facciamo fregare da qualche promessa che sarà puntualmente disattesa, e tutto resterà esattamente come prima, alla faccia di rottamatori, grillini ed astensionismo!
Ma non è detto che il trucco riesca ancora, non ho più 17 anni, e qualche faccia pulita, uno scrittore candidato qua e là, non bastano più.