Mancano otto mesi alle consultazioni amministrative nelle principali città capoluogo e per i sondaggisti c’è una sola certezza: il primo partito o meglio, la prima lista vincente è il Movimento 5 Stelle dato da IPR Marketing al 32%. La condizione per vincere però è il candidato: deve essere Luigi Di Maio il cui valore aggiunto nei sondaggi, si calcola intorno ai 10 punti. Giovane, elegante, una immagine certificata dal ruolo istituzionale che ha saputo interpretare con piglio e determinazione mai scomposte, dovessero per una volta i grillini abbandonare la bibbia della rete e candidare a Sindaco di Napoli il vicepresidente della Camera batterebbe tutti, anche la Carfagna sulla quale Berlusconi insiste perché la ritiene la sola in grado di competere per il centro destra con le forze giovanili e fresche che interpretano il rinnovamento:
Dovesse invece fossilizzarsi nella ricerca di un candidato sempre anonimo che vale uno come gli altri interpellando la rete degli iscritti al movimento, il M5S pur confermando il buon risultato delle regionali, al secondo turno cederebbe il posto a De Magistris per il ballottaggio. La costante dopo cinque anni è il PD che arranca nella rincorsa ai candidati indipendenti non solamente verso De Magistris che l’ha già battuto nel 2011, ma anche Gianni Lettieri è accreditato di un ottimo risultato se sganciato da Forza Italia dovesse candidarsi a capo di una lista civica come sembra confermato. La debacle del PD almeno per quanto riguarda Napoli, va imputata alla distanza dalla città che in questi anni di giunta arancione è stata abbandonata dal Governo nazionale. Il PD non parla più di Napoli, ha rotto da tempo con la città il filo del dialogo riflette Antonio Noto, al punto di aver perso visibilità rinunciando a fare opposizione a De Magistris come pure sarebbe stato doveroso nell’interesse della città innanzitutto e del partito in secondo luogo:
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