Romanzo del genere “Giallo storico” ambientato a Uruk in Sumeria attorno al 3000 a. C.Editore: I Doni Delle Muse. ISBN: 978-88-909656-02-8.
DALLA QUARTA DI COPERTINA
Un matrimonio controverso, una serie di fatti sanguinari, un testamento smarrito: eventi privi di connessione tra di loro che si susseguono senza lasciare respiro. Forse l’unica traccia è l’avvoltoio di cui parla un contadino in punto di morte. Un piano criminale, in apparenza privo di errori, che coinvolge la scrittura, di recente invenzione.
Un grande affresco di uno dei popoli più affascinanti dell’alba della nostra civiltà, i Sumeri, una narrazione incalzante e una spirale travolgente di enigmi che costringeranno il lettore a chiedersi di continuo quale possa essere la sconvolgente e inattesa verità.Sono in ritardo pazzesco e me ne dispiaccio. E’ iniziato tutto con una richiesta di recensione da parte di BimbaSere, alla quale avventatamente ho risposto sì, poi… poi mi sono persa, perché non abituata a recensire libri “seri”, si sa sono una lettrice di rosa con alcune incursioni nel giallo, ma di un genere diverso da quello trattato da Marco Bertoli in questo libro.Innanzi tutto è storico e ambientato in un periodo da me poco conosciuto ma, forse, per questo più affascinante (signor Bertoli c’entra qualcosa Gilgamesh?); mi ci sono accostata con trepidazione, non sentendomi in grado di valutarlo nella maniera che merita, ma poi mi son detta che dovevo trattarlo come tratto tutti i libri: da lettrice. Mi è piaciuto o no? E’ scritto bene o no?Sì e sì!E’ coinvolgente oppure, essendo un romanzo a trama gialla fa smarrire il lettore in un labirinto di indizi e false informazioni?Non mi sono smarrita no, Marco Bertoli è riuscito a farmi ritrovare in Sumeria, negli assolati paesaggi e nelle paludi dell’Eufrate, e, all’inizio, nei cunicoli di una polverosa biblioteca, da cui parte tutto.Anche se, e qui non me ne voglia l’autore, Shep-sin l’investigatore mi ha un po’ ricordato il tenente Colombo. No, non voglio dissacrare il personaggio del libro e no, nel romanzo non conosciamo il colpevole dall’inizio, ma voglio intendere che il metodo di indagine mi ricorda il mitico tenente e i vari telefilm che ho molto apprezzato.Il colpevole era noto, eppure restavo col fiato sospeso durante lo svolgimento delle indagini per scoprire come Colombo avrebbe incastrato il cattivo.Non mi si fraintenda, lo stile del libro è totalmente diverso dai telefilm, ma la “lentezza” dello sviluppo della vicenda, il concatenarsi degli eventi, all’apparenza non connessi tra loro, gli indizi che Shep-sin raccoglie e incastra nel puzzle, l’attenzione con cui ascolta le testimonianze e l’intelligenza con cui fa cadere in trappola il colpevole (o i colpevoli?), tutto mi ha riportato al tenente e anche un po’, perché no, al Montalbano di Camilleri.Nella quarta di copertina c’è tutto, anzi no, qualcosa manca: a mio avviso tra i protagonisti occulti vi sono l’amore e la passione e, forse perché in primis lettrice di rosa, il sospetto di chi potesse essere il colpevole l’ho sempre avuto, salvo poi essere spiazzata dall’autore, il quale mi ha fatto dubitare.E non pensate che la storia sia semplice o superficiale, tutt’altro, come ho scritto sopra è un puzzle composto da tanti eventi non collegati che mi hanno fatto scervellare, perché è logico che un senso doveva esserci ma quale era? Ed eccomi a indagare al posto di Shep-sin, con i calzari nella polvere, chiedendo allo scriba Zu-zu di trascrivere interrogatori, a dubitare di tutto e di tutti e a scoprire, me misera, che c’era molto di più di quello che avevo immaginato.Una storia affascinante, complessa ma non ingarbugliata, ricca di descrizioni, personaggi, dove nulla è ciò che sembra e tutto ha un senso, una storia scritta con lo stile di Marco Bertoli: sobrio, elegante e appropriato all’epoca dei fatti.Un giallo che, oltre a divertire e soddisfare l’investigatrice che è in me, mi ha fatto conoscere un’epoca mitica, perché sono sicura che l’autore non ci ha propinato “fole”, ma abbia molto studiato per regalarci un piccolo tesoro.Marco Bertoli, mi è stato presentato tempo fa da sua figlia Serena, alla quale ho chiesto cosa pensasse di lui e di farcelo conoscere meglio.
Ve l’ho detto che meglio della Bimba non potevo raccontarvelo, e poi volevo riportare la bibliografia di Marco Bertoli, ma… cavolo quanto ha scritto e vinto quest’uomo! E Allora concludo con la sua presentatazione:
Se vi ho incuriosito potrete trovare più informazioni e la bibliografia di Marco Bertoli nella pagina facebook e nel suo sito:
https://www.facebook.com/Marco-Bertoli-883197588356938/
http://www.marcobertoli.eu/
Lullibi