DI MATTEO - Abito scuro, camicia bianca e cravatta alla moda. E’ un Roberto Di Matteo impeccabile, quello che, oggi, si è presentato alla stampa tedesca, in occasione della prima uscita ufficiale da nuovo allenatore dello Schalke 04. Oltre alla forma, però, l’ex tecnico di Wba e Chelsea ha badato molto alla sostanza, sciorinando concetti chiari e precisi in lingua tedesca (Di Matteo è nato e cresciuto nella Svizzera tedesca, a Schaffhausen, e parla fluentemente sei lingue), che lasciano intendere, a chiare lettere, che in casa Schalke si inizierà a respirare ben altra aria:”C’e solo un capo in cabina. Ed è a lui che spetta il compito di stabilire le regole e farle rispettare.” Una frase che, in Germania, è stata interpretata da qualcuno come un attacco velato al suo precedessore, Jens Keller, ritenuto da molti troppo “accomodante” con i giocatori.
Di Matteo, poi, analizza lo stato in cui versa attualmente lo Schalke:”Siamo una buona squadra, con un gran potenziale offensivo ma anche con alcuni problemi nell’impostazione della fase difensiva. Ci aspetta un sacco di lavoro da fare: chiedo ai tifosi di essere pazienti, perché dobbiamo lavorare sodo sull’organizzazione di gioco e ridare fiducia ai giocatori. I miracoli, ahimè, non li fa nessuno.” Si passa poi agli obiettivi:”Non ci sono nuovi traguardi: dobbiamo entrare fra le prime quattro in Bundesliga e qualificarci per la fase a eliminazione diretta in Champions.”
Dopo aver dichiarato che, molto probabilmente, non si metterà in contatto con Keller, Di Matteo – che per questa avventura tedesca si è portato con sé Attilio Lombardo (vice-allenatore) e Massimo Battara (preparatore dei portieri) – non ha nascosto l’amicizia di vecchia data che lo lega a Joachim Löw:”Sono amico di Jogi, lo conosco ormai da diversi anni. In queste ultime ore l’ho sentito e mi ha dato diverse informazioni molto utili, anche se, lo ammetto, non è stata l’unica fonte a cui ho attinto notizie.” Il compito che spetta a Di Matteo non è dei più semplici. Ma per un uomo che raccolse il Chelsea a pezzi, e lo portò poi in cima all’Europa in pochi mesi, nulla è precluso. Neppure far tornare il sorriso ai tifosi dei Knappen.
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