Nei giorni in cui eravamo impegnati con i nostri lavori di casa il tempo è stato molto incostante; una notte c’è stato un fortissimo temporale con una grandinata da paura… pensavo che le persiane si sarebbero sfondate dai colpi assordanti…
Dopo un quarto d’ora dal termine della tempesta ecco ancora i “chicchi” di grandine sullo zerbino…
L’orto è stato praticamente raso al suolo… mentre noi eravamo ancora imbiancati di polvere Alessandro ci ha portato due borse di pomodori verdi che erano stati strappati dalle piante e che lui aveva raccolto, sperando di riuscire a non buttarli tutti…
Non sarebbero mai giunti a maturazione perché le “ferite” inferte dalla grandine sarebbero marcite prima. Una ricerca tra i blog di cucina ed ecco la ricetta perfetta: semplice e “veloce”. Sì, perché sebbene richieda 4-5 giorni di lavorazione le varie fasi portano via pochissimo tempo.
Ecco le foto del 14 luglio, quando ho tagliato i pomodori a fettine e listarelle, a seconda della loro dimensione e poi li ho cosparsi di sale e mescolati bene (ho usato guanti in lattice perché le mie mani erano piene di tagli… pomodori e sale… brrr!):
Il 15 li ho spostati in uno scolapasta che ho adagiato nella stessa terrina di prima; coperti i pomodori con un piatto ci ho appoggiato sopra una pentola di acqua che li ha strizzati bene fino al giorno seguente:
Il 16 luglio ho svuotato la terrina del liquido (l’ho lavata) e ci ho rimesso i pomodori, questa volta coperti di aceto di vino bianco (niente foto…). Il 17 li ho nuovamente scolati col sistema del pentolone di acqua per eliminare l’aceto. Poi ho preparato un trito di aglio, peperoncino, origano e basilico (la ricetta originale prevede il prezzemolo che io non avevo in casa…), ho unito l’olio d’oliva e con questo intingolo ho mescolato per bene i pomodori che ho lasciato ad insaporire così un altro giorno.
Il 18, infine, li ho invasati, coperti di olio d’oliva e riposti in sgabuzzino in attesa che passino i tre mesi per poterli assaggiare…
I vasetti sono sempre i soliti, vengono svuotati di marmellate, giardiniera, sott’olii, lavati e poi sterilizzati con un metodo che trovo semplice: li riempio per 3/4 di acqua e li metto in microonde alla massima potenza finché l’acqua bolle… Le capsule, invece, devono sempre essere nuove… Ma io preferisco valutare di volta in volta controllando che non siano intaccate sui bordi e che non abbiano preso odori: un anno la mia marmellata di albicocche sapeva di aceto e devo dire che non era un granché!