Scopriamo la svolta improvvisa fatta da Dungeon Defenders 2, che ha segnato il suo ritorno al passato
Il successo dà spesso alla testa e porta a fare degli errori di valutazione che possono diventare letali se perseguiti senza ritornare in sennò. Il primo Dungeon Defenders è stato un successo inatteso per i ragazzi di Trendy Entertainment, che non si aspettavano di attrarre una comunità così vasta di videogiocatori con un tower defense in terza persona. Cosa fare con il seguito? Dungeon Defenders 2 è nato come un MOBA. Doveva essere il classico titolo che tenta la via del multipiattaforma spinto, diffondendosi su PC e sistemi mobile, per inseguire il trend di League of Legends e DoTA 2. Ma qualcosa non deve essere andato per il verso giusto, se a un certo punto il team ha deciso di cassare completamente il progetto originale rifondandolo da zero. Così ciò che Dungeon Defenders 2 fu, ora non è più. Di ciò che fu mostrato e presentato non è rimasto nulla. L'idea, apparentemente vincente, almeno per come è stata accolta da fan, è stata quella di ritornare al concept del primo capitolo, lavorando per introdurre le giuste novità (non molte). Sono state ridotte anche le piattaforme di lancio, in modo da poterlo migliorare tecnicamente senza doversi preoccupare di limiti di sistema troppo bassi. Quali piattaforme sono state tagliate? Tutte quelle mobile. Attualmente Dungeon Defenders 2 è un'esclusiva PC, Mac e Linux. Come mai questo cambio di rotta? I motivi sono due: il primo è che gli sviluppatori sentivano di non stare facendo quello che volevano, al punto che alcuni hanno anche lasciato il team in polemica (per poi tornare, a progetto riassestato); il secondo è che molti componenti della comunità si sono fatti sentire protestando contro la strada presa dal sequel. Insomma, sarebbe stato saggio proseguire sulla via del MOBA viste le immense difficoltà iniziali?
Dungeon Defenders 2 - Il teaser trailer
I cinque pilastri
La struttura base di Dungeon Defenders 2 sarà quindi identica a quella del primo episodio. Gli sviluppatori hanno seguito cinque pilastri cui si sono ispirati per introdurre e curare ogni feature: l'accessibilità, ossia rendere l'interfaccia e le meccaniche di gioco più amichevoli possibili per l'utente; la rigiocabilità, ossia la garanzia che i videogiocatori possano continuare a divertirsi con il gioco anche dopo aver finito la campagna principale; ricompense meglio distribuite, cioè ricompensare meglio il giocatore lungo il corso del gameplay, invece di lasciarlo a bocca asciutta per molte partite come avveniva nel primo episodio; profondità del gameplay, che possiamo tradurre con il classico "facile da capire, difficile da padroneggiare"; infine, far convivere insieme in modo armonioso azione, tower defense e gioco di ruolo.
Come prima, più di prima
Mettiamola così: le novità di Dungeon Defenders 2 sono legate soprattutto alla volontà di raffinare una formula considerata vincente (dagli sviluppatori e dalla comunità). Scottati dal fallimento del progetto MOBA, gli sviluppatori non stanno facendo un passo senza renderlo noto ai fan, spiegando per filo e per segno come stanno lavorando al gioco. Così abbiamo potuto leggere le lunghe delucidazioni su come hanno lavorato per migliorare i percorsi seguiti dai mostri, rendendoli meno ermetici rispetto al passato. Per farlo hanno mostrato alcune mappe nella loro interezza, tutte dallo stile cartoon fantasy molto colorato, con sopra disegnate le varie strade che portano ai cristalli.
Più belli di così...
La scelta di rendere Dungeon Defenders 2 un'esclusiva PC gli ha fatto davvero bene dal punto di vista tecnico, almeno stando a quello che abbiamo potuto vedere.