di Robert Lorenz
con Clint Eastwood, Amy Adams, Justin Timberlake
Usa, 2102
Durata, 111'
Una somiglianza così netta da chiamare in causa in modo naturale eventuali varianti che in questo caso sono presenti soprattutto in una regia ancora una volta classica,tesa a portare avanti il meccanismo narrativo, ma priva di quelle sfumature anche formali che alimentano il cinema Eastwodiano,solitamente propenso ad allargare lo spettro dei significati e delle possibili interpretazioni. E poi ad una vena di insolito ottimismo ascrivibile alla presenza della schermaglia amorosa tra il personaggio di Justin Timberlake, ex giocatore di baseball che alla pari di Gus,il protagonista della storia, fa il talent scout in giro per l'America, e quello di Amy Adams, figlia di Gus ed avvocato in ascesa che il film ci presenta lontano dalle aule di tribunale ma, in maniera più prosaica, seduta nelle gradinate dello stadio per aiutare il padre che sta perdendo la vista e forse anche il lavoro. Certamente non siamo in presenza di un capolavoro ma il carisma del vecchio cowboy, la sua gestualità, e lo sguardo perennemente accigliato bastano ed avanzanzo ad un prodotto comunque in grado di raccontare una storia tenendo desta l'attenzione senza fare a meno della logica e dei personaggi. Un po poco se paragonato all'eccellenza Eastwoodiana, abbastanza per i tempi che corrono.