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Di oche, di zoccole e di imperatrici, che poi è la stessa cosa!

Creato il 04 aprile 2012 da Mapo
"Lazzi, Sberleffi e dipinti" (http://www.mostradariofo.it/) è la mostra dedicata alle opere di Dario Fo, allestita in questi giorni a Palazzo Reale, Milano.Ci sono andato domenica, approfittando di qualche nuvola passeggera che rendeva prematuro il mio abbigliamento estivo un po' troppo coraggioso.L'esposizione è ben curata e, tutto sommato, allegra e abbastanza coinvolgente. I temi affrontati dal nostro "pittore buffo" sono disparati e, ammesso che si faccia finta che un piano più in alto sono esposti i capolavori di Tiziano e qui si ammirano tele delle dimensioni di una parete tratteggiate con l'Uniposca (guardare uno dei numerosi filmati per credere), c'è anche mezzo di uscirne appagati e felici.Sfruttamento del lavoro, maschere teatrali, ritratti di Saviano che prende il caffè con un'ipotetica fidanzata, vangeli apocrifi... tutto entra nel grande calderone pittorico che solo una mente grottesca come quella del premio nobel per la letteratura, ostracizzato (a suo dire) da decenni di amministrazioni comunali poco compiacenti, era in grado di concepire e di mettere a disposizione dei visitatori a pochi metri dal Duomo.
Tra gli altri anche questo quadro un po' particolare. Lo allego qui, insieme alla didascalia, per sottolineare come, anche in epoca pre-Ruby, Minetti e Cicciolina, essere zoccola poteva rappresentare una comoda strada verso il potere.

Di oche, di zoccole e di imperatrici, che poi è la stessa cosa!

Nel V secolo d.C. Teodora divenne imperatrice. La sua carriera era iniziata come spogliarellista: si faceva togliere ogni decorazione applicata sul suo corpo (frutta e verdura) da coppie di oche, finché restava nuda davanti agli occhi stupiti degli spettatori, fra i quali l'imperatore che la sposò... non l'oca, ma Teodora.



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