Di piccola farina

Da Chiara Lorenzetti

Quel giorno in cui accade di vedere costruire un muro, mattoni, cemento, sassi e sabbia e fumo e nebbia, difficile da scalare -le parole non hanno fiato-, realizzi che non ce la farai mai, che non hai le forze, non le hai, sei debole e stanco e la fatica è più forte del pianto e la mani cedono ogni volta e tu arranchi, qualche mattina succede, ma cadi, quel muro alzato, sempre più alto e stretto e non esistono finestre per vedere il sole e sei stanco, maledettamente stanco ma non molli e stai lì, di fronte al muro.
Ti sei convinto che quel muro lo devi abbattere, le tue convinzioni concentrate solo lì, vessillo, bandiera, spada, e tanto, immenso, eterno tempo perso.
Benedetto è quel giorno in cui t’avvedi che tutti abbiamo muri attorno a noi, di fronte a noi, ma non tutti sono nostra competenza e, alcuni, no, non tocca a noi abbatterli per vivere.

Fu quindi lieto il giorno in cui aprendo gli occhi e distendendo le pareti del cuore, voltai il capo e andai oltre, oltre il muro intendo, lasciato alle spalle nella sua erta solitudine. E conobbi il perdono, la fine dell’orgoglio, il sorriso, la pace.

E se non basteranno le mie parole, che di piccola farina sono fatta, vi invito a leggere qui il senso del perdono
“5 motivi per cui vale la pena perdonare. E zittire l’orgoglio”

Chiara