Dunque, ho ingerito a pranzo un pasta cacio e pepe dalla quale non riesco più a liberarmi. Giace lì nello stomaco come un mattone. Decido quindi di camminare un pò di più e allungare la strada per arrivare a scuola quando devo andare a prendere l'ometto. Se non altro nella speranza di ritrovare della leggerezza. Ma dopo molte ore posso con cognizione di causa dire di non esserci riuscita. E maledico di non aver scelto quella con i pomodori pachino e basilico! Tornando alla camminata, cerco di avere un passo svelto, anche perchè come al solito sono in ritardo. Mi avventuro dentro uno dei miei quartieri preferiti (Monti) e ammetto, un pò mi perdo. Perchè a volte se scelgo una strada per un'altra, che non è la solita, mi disoriento. Ma poi non sono così rinco (almeno non del tutto) e ritrovo la 'retta' via. Sulla strada 'nuova' incontro un posto che non conoscevo.
Sull'insegna c'è scritto Milk bar. Mi incuriosisco, come al solito. Si tratta di un locale per le mamme, aperto da un'americana che si è trasferita a Roma per amore. La sua storia la trovate sul sito del locale. Nel Milk bar ci sono prodotti per l'allattamento e informazioni varie sul mondo della gravidanza e dintorni. Ovviamente mi sono poi ricordata che l'ometto mi stava ancora aspettando. Scappo, lo prendo e riesco ad arrivare a casa prima che scoppi il nubifragio. Penso che potrei farmi perdonare cucinando qualcosa di prelibato per lui o perlomeno tentando di farlo. Il fatto è che a forza di leggere di fantastiche ricette e di bambini che si divertono con le mani in pasta, oscillo tra l'invidia per queste mamme così brave (invidia causata dai miei limiti culinari misti a pigrizia) e desiderio di emulazione (ovviamente con probabile rischio di avvelenamento). Nonostante questo scenario da brivido decido di fare un regalo all'ometto. 'Amore, mamma ti prepara una cosa buona'. 'No mamma mettimi il cartone'. E' evidente che non ha preso sul serio la mia proposta. Va bè, metto il cartone e poi sfoglio il libro di ricette per bambini acquistato nel week end. Trovo una cosa semplice e rapida. I due aggettivi che meglio definiscono la mia cucina, se posso azzardare a dire di averne una. Mi accingo a preparare le 'pennine birichine', ricetta proposta dallo chef Oreste Romagnolo. Nel frattempo la besolina vorrebbe partecipare alla mia alacre attività. In effetti più che una che sta cucinando sembro il piccolo chimico. I primi segnali negativi arrivano quando metto le zucchine nell'olio che ho fatto scaldare troppo e mi arriva uno schizzo sull'anulare. Urlo fantozziano di dolore.
La besolina mi sta guardando e inizia a strepitare. Avrà capito che tanto non ho speranze. Le organizzo un gioco antistress. Mollette attaccate al seggiolone che lei stacca e butta giù. Questo fantastico gioco (si fa per dire) implica una certa attività fisica anche per la mamma che deve chinarsi e raccogliere le mollette ogni qualvolta queste vengono tutte staccate. Gioco decisamente indicato per chi non ha probelmi alla schiena. Io ne ho ma sono masochista. Ma questa è un'altra storia.
Alla fine produco la ricetta con le mie manine e tronfia di soddisfazione metto il piatto sotto la faccina dell'ometto.
Premetto: l'ometto è, per mia fortuna, una buonissima forchetta. Dopo uno sguardo di disgusto procede all'assaggio. Come se degustasse un vino di una grande annata fa oscillare la pasta dalla mascella destra alla mascella sinistra prima di decidersi a sputarla. 'Mamma non mi piace questa pasta'. Ecco, credo sia stato dopo quell'affermazione che ho pensato seriamente al suicidio prendendomi a padellate in testa. Dopo inutili tentativi di persuasione perdo la speranza. Stanca e sfinita e visto che il tentativo culinario si pone alla fine di una giornata sfiancante, gli preparo una bistecca sulla piastra. Lo so che è abbastanza triste ma la bistecca alla piastra rappresenta un momento alto della mia cucina. Pensa un pò il resto. Bè sono sicura che non sia colpa della ricetta ma della sottoscritta. Per questa ragione la trovate qui sotto come riportata nel libro. Qualcun altro, non io per il momento (magari verso il trentesimo tentativo), sarà in grado di fare la 'bella', come si dice a scuola. La mia era decisamente la brutta copia.
Pennine Birichine
Età: dai 2 anni
Ingredienti per una porzione
50g di penne
1 uovo
1 zucchina
1 cucchiaio di parmigiano
sale
olio extravergine di oliva
Preparazione
Taglia a rondelle la zucchina, saltala in padella con tre cucchiai di olio extravergine di oliva e il sale. Fai bollire la pasta. Appena cotta la zucchina saltala insieme alla pasta bollita amalgamando il parmigiano e l'uovo che dovrà rimanere cremoso e non cotto a frittata.