Se da un lato sono perfettamente impermeabile a pubblicità e packaging carini (extrema ratio, che nella personalizzazione del latino giannico significa solo molto razionale), dall'altra sono un'incorreggibile copiona: io stalko la gente, rubo e spaccio per mio, vedi il doppio orologio copiato alla Ferragni nel lontano 2010 (outing).Ecco perché seguo centocinquantadue fashion blogger e mi incazzo quando fanno le noiose come in questo periodo. Datemi qualcosa da copiare, perdio!
Ma la mia sete di plagio spudorato non copre solo la sfera delle più o meno celebrities e gente del web. Mi capita a volte di innamorarmi di persone very, l'amica, la vicina di casa, una tipa che incontro dal parrucchiere. Ci sono delle ragazze dotate naturalmente di uno stile così figo che non c'è una parola più figa di figo per descriverle. Io da un lato le odio e dall'altra le copio e voglio essere come loro. Ma cosa succede quando la copia giannica risulta solo un pallido surrogato della figa vera? Depressione, e poi più nulla.
Ad esempio, ultimamente mi sono innamorata della mia compagna di banco al corso di russo perché:uno, è metà russa, indice di gradimento in impennata;due, ha uno stile minimal-urban-salcazzo-chic che mi piace un botto.L'outfit-tipo della tizia è: pantalone nero alla caviglia, camicia bianca, cardigan blu. Figa. Io: pantalone nero alla caviglia, camicia bianca, cardigan blu: suora laica in gita di piacere al San Carlone.Lei è la queen dell'abbigliamento della crescita, quello che ti ricorda i tempi delle elementari quando ti riciclavano i vestiti della sorella maggiore ed erano un po' cortini, un po' pelucchini, un po' meh.Si mette jeans inciucciati neri a vita altissima e maglioncino pesca che è cropped ma perché ha sbagliato lavaggio, e infatti le maniche stanno a sette ottavi. Figa. Io, lavaggio della lana a 90° perché voglio lo stesso effetto infeltrito: i City Angels vengono a portarmi coperte e brodo caldo.Poi, lei ha lo zainetto di tessuto, quello con la coulisse. Non scrivevo la parola coulisse dal '95, ho dovuto googlarla per ricordarmi lo spelling. Figa.Io: borsa toppissima in pitone moluro taglio front cut. Inadeguata.E poi lei lei lei. Lei è l'icona del nuovo trend milanese inverno 2014-15, detto anche checcefrega checcemporta io alla calza ho detto no, ovvero: la caviglia scoperta. Sempre, ragazzi, anche nelle condizioni climatiche più avverse. Stringate carroarmate, pantaloni culotte e fiera caviglia di fuori. Maledetta me con collant e calzettoni, perché gesù ho tutti i jeans shreddati e prendo freddo.
Io vorrei, ma non posso. Uno perché di minimal nel mio guardaroba c'è ben poco. Due perché mi avete fatto comprare ben due piumini della Colmar prima di dirmi che le sporty spice non tirano più (n.b. ovviamente, Tipa Figa all'ultimo avvistamento in data 27/11/2014 portava ancora chiodino di pelle e probabilmente grasso di foca a strati). E tre perché io quelle cose lì da mettermi addosso ragazzi non le trovo. Ditemi che succede anche a voi, vi prego. A me capita di vedere una cosa che hanno addosso tutte, ma tutte, e che sta bene a tutte e pensare, beh, la voglio anch'io, d'altronde, se ce l'hanno tutte, ne saranno pieni i negozi. Zero. Zero se non sgraziate brutte copie da due soldi. E un solo quesito: ma loro, tutte le altre, dove vanno a fare shopping (se non da Zara, leggi tra le righe)? Questa collisione di fallimenti sartoriali succede oltremodo spesso con le ricerche più semplici. Tipo un cardigan nero. Perché è impossibile trovarlo? Cosa avrò chiesto di tanto azzardato, case di fast fashion che non siete altro, che non potete produrmi un diavolo di cardigan nero che non sia 100% poliuretano e con stravaganti applicazioni di swarovski al posto dei bottoni?
Oppure ci sono quelle cose che addosso alle altre sono una bomba e poi le provi tu e beh. Sì. Beh. Stavi meglio senza. Tipo gli skinny a vita alta da Donna Martins. Occhei quelli son difficili, lo ammetto. I maglioncini girocollo allora. Ragazzi mi stan di merda. Anche le francesine con la gonna: ho i piedi piccoli, sembrano gli zoccoli di uno gnu. Oppure, top of the pops, le sciarpe, peggio ancora se sono tartan. Trent'anni domani, e non aver ancora imparato a mettersi una sciarpa in modo carino che non scivoli. Mi è più facile imbroccare le formule in Excel, e ho detto tutto.
Insomma, a copiare ci si prova. A volte non-ce-la-si-fa. Extrema ratio ragazze, siate razionali. La moda è bella perché ce n'è per tutti. Copiate ma non vi accanite, se un look non fa per voi, mollate. Amica del corso di russo, io mollo, perché non avrò mai le tue gambette secche e lunghe, né il tuo adorabile accento toscano e credo neanche il tuo zainetto, per il semplice fatto che è fuori produzione da quando Cristina D'avena cantava la sigla dei puffi. L'unica cosa che ti copierò d'ora in poi saranno i compiti di russo, promesso, e ti prego solo di spostare il gomito un po' più in là, perché io ho il quaderno fucsia gigante e scrivo coi pennarelli e mi viene un po' fatica a spiare te, amica, che ovviamente hai la moleskine nera e prendi appunti piccolissimi con la tua penna a gel.
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