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Di strane associazioni culturali e autori autopubblicati

Creato il 02 ottobre 2012 da Helldoom @AttianeseDom
Di strane associazioni culturali e autori autopubblicatiQuando sento di associazioni culturali, sono sempre speranzoso. Che possano essere un punto di ritrovo per scrittori o aspiranti tali, che siano un luogo in cui si possa discutere con persone preparate e capaci, un luogo in cui discutere in amicizia (Un luogo del genere esiste, e NON è un'associazione culturale). p
Poi leggo un comunicato di una di queste associazioni (di cui non farò io nome nè linkerò nulla perchè non meritano la mia pubblicità) in cui se ne escono con assurde assurdità (dirlo due volte e non rendere abbastanza l'idea) contro l'auto-pubblicazione  e cose addirittura peggiori.
Ora vi elencherò le uscite di questi luminari della letteratura, che poi sono molto comuni alle persone che sono contro il self-publishing "perchè si."*
1)Gli autori che contribuiscono alla bibliodiversità con  produzioni fragili sono benemeriti, sia che si siano auto-prodotti, sia che abbiano pagato un editore per farlo al loro posto.
Mmmm...no, It's wrong. Chiunque paghi per pubblicare è si benemerito, ma non quello che intendono loro.
Se non interessa pubblicare un "trattato sulla pasta e formaggio del nord-est della Sardegna" ci sarà un motivo, e il fatto che tu paghi per essere pubblicato ti rende solo stupido. (NON si paga per lavorare.)
2)I percorsi di pubblicazione ordinari sono presenti e numerosi sia sull'isola che fuori. Chi si auto-pubblica però questo lo sa benissimo, perché spesso arriva alla decisione del self publishing proprio perché l'editoria tradizionale ha rifiutato di pubblicare la sua opera.
Errato anche questo. E' un'assoluto, e non si può vivere di assoluti (Obi dixit), è una stupida e ignorante generalizzazione. C'è chi si autopubblica per questo, ma c'è anche chi lo fa per scelta, o in concomitanza.
Io, personalmente, sto scrivendo per concorsi letterari, ma scrivo anche racconti su questo blog che vorrò organizzare in ebook. (Ps: Sono anche stato scelto, ego la mia opera sarò pubblicata...ma autopubblico lo stesso).
3) Il lettore di un autore indipendente non è tutelato nell'acquisto e nella qualità dell’opera che si appresta a leggere, in quanto il testo non è stato giudicato a priori dagli esperti del settore (editori, editor e simili pers...e simili)Perchè gli editor sarebbero il padreterno? Un libro viene scelto da loro se piace a loro (dovrebbe essere cosi) quindi sono gusti personali.
Di questi tempi, specie in italia, se è un buon prodotto commerciale, a prescindere dalla qualità.
Invece no: Secondo loro gli autopubblicati sono solo fuffa.
E la convinzione che ciò non possa succedere con un libro edito da una casa editrice, SPECIALMENTE Italiane, da dove nasce?
Da ragazzino ho gettato 16 euro per un libro edito da EINAUDI. Libro che osceno è dire poco. Autrice Italiana. 
19,50 per un libro edito da FAZI, storia di base buona, ma l'editor stava in ferie probabilmente e oltre a essere un casino era noioso. Autore Italiano.
20 per un libro edito da SALANI, idea splendida, ma la scrittura era di una noia mortale. Non ricordo la nazionalità dell'autore. 
Non cito i titoli perchè non servono, ma potrei continuare. Conoscete quelle case editrici vero? Sono GRANDI case editrici 
L'editoria non doveva garantire qualità? Balle! Roba italiana immonda o roba straniera immonda.
Preferisco buttare 3-4 euro per un autopubblicato, che ora compro anche a scatola chiusa, che per un libro cartaceo tanto costoso, che ora compro solo dopo aver letto opinioni di persone fidate o iniziato a leggere on line.
4) lo scrittore indipendente non avrà mai la necessaria competenza per pubblicare un testo che sia all’altezza di  quello di una casa editrice.
Perchè? 

Io faccio controllare i miei scritti da fidati editor o beta-reader perchè non mi fido di me stesso. Tutti possono compiere errori.
Chi si autopubblica non facendo questo tipo di trafila, è un pomposo imbecille.
Cosa di cui sono piene le case editrici però, dato l'elevato numero di romanzi come quelli elencati nel punto tre che permeano le nostre librerie. 


Di strane associazioni culturali e autori autopubblicati
Ecco l'utilità media di una pubblicazione in Italia.
Con l'avvento dell'ebook l'auto-pubblicazione è alla portata di tutti.
Per questo si rischierà di gettare qualche euro in brutti autopubblicati, certo, ma visto che fidandosi della case editrici se ne getterebbero centinai, non c'è nessunissimo svantaggio.
A me, personalmente, piacerebbe essere pubblicato.
Un paio d'anni fa era la cosa che desideravo di più.
Ora mi piacerebbe, si, ma mi piace soprattutto essere letto. Sentire persone che dicono di apprezzare quello che scrivi e guadagnare, anche solo qualcosina, con quello che scrivi.
Le due cose non si escludono a vicenda, e con il mio desiderio di andarmene via da qui, in Inghilterra, queste cose possono amalgamarsi ancora meglio che qui in Italia.
Percorro entrambe le strade che seppur diverse tra loro, convergono tutte fuori di qui.
In chiusura, domando ai signori di quell'associazione culturale, che non considerano gli scrittori autopubblicati scrittori e li relegano a deficienti, cosi come relegano e deficienti i lettori che secondo loro devono essere portati per mano:
Joe Konrat, che con gli ebook autopubblicati ha venduto centinaia di migliaia di copie e guadagnato oltre un milione di dollari, non è uno scrittore?
_________________________________________________________________________________*Per leggere un altro post sull'argomento eccovi il link al blog di Germano Greco, che dell'autopubblicazione è uno strenuo difensore, a ragione. Cercando sul blog, troverete anche i dati di vendita di Konrath. Andate a controllare se non vi fidate.

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