Di voti, giudizi e pagelle

Da Maestrarosalba
La scuola è anche un luogo di scadenze fisse, un pò come le rate del mutuo e le bollette bimestrali. A cadenze fisse ritornano le vacanze, i rientri a scuola e (manco a dirlo) le pagelle.Insegnanti, genitori e alunni per diversi motivi si ritrovano entrambi intorno allo stesso documento.Altre volte abbiamo parlato di valutazione esprimendo dubbi, crucci e ansie.
Voti o metodo?Siamo arrivati a sostenere, in tanti, che alla scuola Primaria si starebbe meglio senza i voti. E non per essere sostituiti da giudizi sintetici (ottimo, distinto ecc.) o dalle lettere come usano oltre oceano, ma levarli proprio. A mio avviso lascerei solo il giudizio globale, con il compito di "raccontare" sì state leggendo bene raccontare, e non sentenziare, i modi con il quale il bambino apprende, allegando una veloce sintesi dei traguardi raggiunti, per fare un esempio: saper scrivere un testo, saper leggere ed esporre, conoscere le  operazioni matematiche, l'acquisizione di un metodo di studio, di un metodo di analisi della realtà vicino al metodo scientifico e cosa più importante l'entusiasmo, la partecipazione, la socialità (che oggi conta cento volte più di trent'anni fa).Non aggiungerei nè una parola di più ne una di meno e darei ad ogni bambino, la possibilità di anno in anno di ricominciare come se ogni volta fosse una situazione nuova sgombrando il campo dai  giudizi, passati: apposta non vado mai a rileggere i giudizi degli anni precedenti, non mi interessa di fare un giudizio fotocopia, ma vorrei raccontare di quel bambino qui e ora.
Voti e fasi dell'apprendimentoPerchè i bambini, e tutti ci dimentichiamo di questo pur essendo stati bambini, anche nell'apprendere vanno veloci, rallentano, riprendono, corrono, stanno fermi. Queste fasi dell'apprendimento si collocano in un più ampio concetto di crescita e di divenire, per il quale è impossibile affermare "non sta imparando nulla". Si sarà accorto qualcuno che quello che abbiamo imparato alle scuole elementari ce lo ricordiamo fino a novant'anni? Certamente.
Le maestre e i votiNoi maestre dovremo quindi poter applicare un metro di giudizio flessibile, aperto ai cambiamenti continui dei bambini. Ricordarci che il voto è relativo ad una prestazione in un dato momento, prestazione che non sempre corrisponde al bambino nel suo ambiente familiare, che spesso è più disinvolto e a suo agio e si esprime al vertice delle sue capacità. I voti a scuola vanno spiegati,  umanamente il bambino (soprattutto se si impegna) è portato a pensare che non ottiene il voto perchè abbiamo qualcosa contro di lui. E su questa sua reazione occorre riflettere e agire con prudenza.
I genitori, i voti e le aspettativeLa scheda di valutazione alla lettura effettuata dai genitori non sempre rimanda l'immagine del loro figlio, che a casa appare più veloce, pronto e preparato (specie su altri argomenti).
Ricordarsi sempre che i nostri figli a scuola non sono come a casa e se potessimo osservarli di nascosto scopriremo cose inaspettate a volte in positivo altre in negativo. Il bambino a casa è diverso dal bambino in classe. Ricordarsi che il voto non è un giudizio sulla vita del bambino ma su una prestazione in una data fase della crescita, è invece un'operazione che va fatta di continuo. La valutazione è il frutto di un'osservatore, l'insegnante, che ha una visione scolastica della cosa, che con i voti deve rappresentare una scala di abilità sia in riferimento al bambino che alla classe.
Gli alunni Anche gli alunni leggono e commentano la loro scheda e d'altro canto se il voto alto è l'obiettivo cui mirano i genitori (ma a chi non fa piacere un figlio che porta una pagella di voti alti?) non possono che rammaricarsi quando l'obiettivo non lo centrano. Un po' di autocritica noi genitori la dobbiamo fare: riteniamo il voto indicatore di riuscita a scuola, indicatore delle capacità dei figli e diciamolo senza remore, anche qualcosa di cui fare ostentazione. Diciamo ancora, e capisco che può non piacerci, che a volte esercitiamo una pressione smisurata per l'ottenimento dell'obiettivo-voto, con il risultato di produrre l'effetto opposto e indesiderato. Di contro ci preoccupiamo meno  di quanto nostro figlio padroneggi un metodo di studio, di quanta creatività esprima, su quanto sappia argomentare e esprimersi su ciò che legge e ciò che lo circonda, del fatto che deve maturare opinioni personali sulle cose.
Il voto non è  determinante per il futuro scolasticoEppure sono quelli gli elementi che determinano il futuro scolastico dei bambini e non quel voto, perchè come dicevo qualche giorno fa ad alcuni genitori, conosco alunni delle elementari (ora studenti) che avevano tutti dieci e che un diploma lo hanno preso a stento, e studenti che apparivano meno brillanti che hanno percorso tutti i gradi scolastici con successo.
Ma non perchè tutto sia relativo, no. Solo perchè il progetto scolastico ha un respiro talmente ampio ed è frutto di tante variabili, i docenti che incontriamo, il metodo, la famiglia, le caratteristiche individuali, il grado di risposta sia agli insuccessi che ai successi, che il voto è la cosa che conta di meno. Il voto farà bella mostra di se negli anni in un cassetto chiuso, gli alunni prima, gli studenti e gli individui poi, andranno in giro seminando per il mondo la voglia di imparare e di fare, se non l'avranno persa nel frattempo anche in nome di un voto.Articolo originale di Crescere Creativamente Puoi pubblicare i contenuti in maniera parziale e con link diretto al post. In nessun caso è consentito il link diretto al download dei materiali. Per completezza di informazione consulta i Credits o contatta l'autrice.