Diabete: stop alla carne!

Da Nicla

La notizia è del 6 marzo e subito fa il giro della rete.

L’Asl di Milano, con un articolo apparso su Adnkronos Salute lancia una nuova linea di combattimento al diabete e la promuove a tutti i suoi 1.100 camici bianchi in prima linea sul territorio e in forza negli ospedali. Si chiama p-PDTA, percorso Preventivo Diagnostico Terapeutico Assistenziale del paziente affetto da diabete mellito di tipo 2, e di fatto è una rivoluzione in campo medico sanitario: la dieta vegana, ovvero la dieta che bandisce dal piatto le proteine animali e promuove il consumo di farine e cereali integrali, entra di forza nel sistema consigliato dall’Asl e “rinnova” la dieta mediterranea fino ad oggi considerata la migliore nella cura e nella prevenzione del diabete.

Il “rumore” intorno a questa svolta non manca a farsi sentire. E tanto fa e opera che, come scontato, in pochi giorni le correzioni arrivano veloci:

“Quanto scritto sulla dieta vegana- fanno sapere- seppur corretto, va integrato sottolineando il valore dell’altra scelta di efficacia chiaramente dimostrata, ovvero una dieta mediterranea ben impostata”.

E giù il racconto dettagliato delle ultime scoperte intorno al valore medico della dieta mediterranea e del bisogno di non interpretare il consiglio di una dieta vegana, o comunque una dieta vegetariana a basso indice glicemico, come una scelta obbligata: è solo una valida alternativa segnalata in base a diversi studi pubblicati.

Ho avuto il piacere e l’onore di incontrare la vera anima di questo progetto epocale, il  dr. Alberto Donzelli, direttore del Servizio educazione all’appropriatezza dell’Asl di Milano, nel corso di una cena organizzata a Milano con Be4eat.
Una persona splendida. Di una forza incredibile. Che crede nel suo lavoro e ama la ricerca della verità. Anche se a volte la verità può essere difficile da accettare. O meglio, può risultare difficile da far accettare!

Esattamente come T. Colin Campbell, Donzelli è certo della sua posizione: una dieta vegana, ovvero una dieta che correttamente impostata su un basso indice glicemico bandisca le proteine animali dal nostro piatto, è un valido aiuto alla lotta contro il diabete.

Dirlo tuttavia è un conto. Condividerlo, un altro.

Perché normalmente di dieta mediterranea si parla. E a volte anche si “straparla!”.
La vera dieta mediterranea infatti, quella di una volta, poco aveva di diverso da un dieta vegetariana o vegana ben equilibrata e ben bilanciata. Impostata prevalentemente su farine integrali e cereali non raffinati, con un alto consumi di frutta e verdura e un po’ di pesce, la dieta mediterranea dei nostri avi poco o molto poco ha in comune con la dieta mediterranea come la intendiamo oggi.
Nella più moderna interpretazione della nostra tradizione culinaria il piane bianco, e con esso tutte le farine raffinate e cereali lavorati, hanno sostituito a forza il più tradizionale pane nero e pasta integrale, integrando l’utilizzo di zucchero raffinato, latticini e soprattutto il consumo di carne che ha così “stravolto” le più importanti regole salutiste oggi sottolineate da più studi e ricerche.

Ad una mia domanda su questo tema T. Colin Campbell mi ha risposto che “la dieta mediterranea è di fatto un punto importante dal quale partire per una corretta alimentazione. E’ basata principalmente su frutta, verdure e pane integrale, almeno nella sua accezione storica. L’unica nota dolente oggi è data dalla pasta, mangiata troppo spesso di grano duro, e dal consumo eccessivo di farine raffinate.”

Insomma, non perdiamoci in un bicchier d’acqua. “Dieta mediterranea ben bilanciata” o “dieta vegana ben studiata” non sono l’una il sole e l’altra la luna! A fare la differenza è come la fai: con quanta consapevolezza, quanta preparazione e soprattutto quanta voglia di mettersi in discussione e di imparare.


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