Questo è un post prevedibile.Nel senso che, mentre aspettavo Tom il costruttore, mi crogiolavo nella pigrizia dei post precedenti e, a dispetto della pigrizia stessa, l'argomento della sindrome ansiosa da scaffale vuoto è saltato fuori quasi da solo. Immagino sia uno dei sintomi più terribili del Furore.Il Lettore Furioso ha un angolo - un ripiano dell'armadio della biancheria svuotato apposta, un pezzo di ripostiglio riservato, un cassettone, una scatola di cartone nell'ingresso - per i libri nuovi, mai letti.
Qualche Furioso, che qualcuno definirebbe maniaco, magari li tiene fra gli altri già letti, sistemati in ordine alfabetico, cronologico, tematico o geografico (c'è chi preferisce un ordine cromatico e chi l'altezza); in fondo è una questione semantica, perché il Lettore Furioso è già maniaco per sua natura, quindi colui/colei che sistema anche il libro nuovo sul "suo" scaffale, per me è semplicemente una persona ordinata e precisa (ergo, Cristina di Athenae Noctua, puoi rilassarti).
O cerca di mimetizzarli per evitare l'odiosa esclamazione "ma ancora libri!" - ebbene sì, i parenti non si scelgono e succede anche nelle migliori famiglie: quando proprio non riesci ad evitare il caprone ignorante, devi sorbirti la fatal domanda. La risposta è invariabile nella sostanza, un po' meno nella forma; dipende dallo stato d'animo e dalla velocità di rotazione delle sfere (no, non le sfere celesti, è un discorso un po' più basso).
Ammettiamolo. Siamo come scoiattoli: prima di rintanarci, dobbiamo avere la scorta. E non "roba presa a caso", ma titoli accuratamente scelti, un-po'-di-questo-un-po'-di-quello.Mai rimanere senza un buon giallo. O lo storico della Neri Pozza (casa editrice interessante, "sforna" storie di donne - anche realmente esistite). O la commedia per allietare una giornataccia e faccia sorridere.Ed ora la confessione.
Io ho un angolo di libreria lasciato libero... sì, per modo di dire: in realtà è l'angolo dei libri mai letti e per la mia salute non deve scendere sotto un certo livello. Quando i libri mai letti scendono a cinque, sono spacciata. Soffro di agorafobia, quindi l'horror vacui galoppa. Le vertigini aumentano. Lo scaffale diventa una specie di buco nero che cerca di fagocitarmi. Sento le voci degli altri libri che vogliono, sempre vogliono, fortissimamente vogliono compagnia. E la lista dei libri da cercare è sempre in aumento.
Loredana, l'ansia da scaffale vuoto ti ha mai colpito? Hai vuoti da colmare? Sintomi particolari?
…colpito e affondato diverse volte, confesso. Io ho un tavolino di lettura, dove incolonno i libri da leggere. Una colonna è per i libri prestati, che dovrebbe essere la prima a essere smaltita, e con le debite eccezioni (l’Amanita ne è a conoscenza da anni, ormai), è così che capita. Le altre colonne contengono tutti gli altri…i miei adottati, di ogni provenienza, lingua e argomento. L’unico criterio che seguo nell’impilarli è di inserire quelli più robusti sotto e quelli leggeri sopra, in modo da non crollare miseramente al primo refolo di vento. E’ un conforto vedere quelle colonne innalzarsi, nel tempo. Non ho limiti verso l’alto…quel tavolino viene rifornito continuamente di carta, ed è raro vedere scendere le colonne di molte tacche. Purtroppo, ho una sola testa per leggere…e troppo poco tempo. In omaggio all’horror vacui, anche i mobili vicino ospitano libri. Di solito si tratta di quelli appena letti, che ancora non riesco a lasciar andare verso la libreria: non me ne voglio ancora separare, mi serve rileggere qualche pagina, c’è una citazione che vorrei riportare…
Sottoscrivo la questione della scorta da scoiattolo. Le domeniche d’inverno sono occasioni di letargo molto veloci e necessitano della presenza continua del compagno ideale, il libro, unito al conforto liquido di caffè e tè caldi. Altrimenti non è una vera e propria domenica da letargo mordi e fuggi. Per questo, è necessario avere una scorta piena e variegata: romanzi veloci per distrarre mente e pensieri, scritti di saggezza per aiutarsi a vedere un po’ meglio in questa realtà sempre più nebulosa e stancante, fumetti e graphic novel per ridere e ricrearsi, classici per riascoltare la musica di una lingua sostenuta e un po’ fuori moda, ma tanto confortante.
Sbirciando sul tavolino, vedo ancora qualche resto di horror, sopravvissuto all’epurazione di qualche mese fa, quando affermai di non voler più leggere e tanto meno ospitare libri neri. Tuttavia, qui si tratta di un autore molto noto che sta producendo una trilogia dall’aspetto interessante.Vi saprò dire se la curiosità si è rivelata più forte del proverbiale gatto, riportandomi in luoghi che non volevo più visitare, o se il letargo mi ha indirizzato verso scelte più candide…;-)