Dopo aver coltivato per anni l’albero della passione, ossia quello dell’identità religiosa (per non dire d’altri ideologismi identitari), troppo spesso vessillo degli uni contro gli altri, oggi siamo chiamati a coltivare l’albero della vita, i cui frutti più belli sono la pace e la riconciliazione.
Questo è quanto pensa sia il giusto da farsi il filosofo e l’uomo Bauman.
Aspirazioni universali queste- egli aggiunge - che toccano il cuore di ogni persona, anche se alcuni, in questo nostro turbolento pianeta, pare che ne vogliano fare a meno.
Valori ai quali tutti possiamo contribuire con le nostre idee, con il nostro impegno, con la nostra opera quotidiana.
Infatti : “Come fai a dire di amare un Dio che non vedi, se poi volti le spalle al fratello che vedi e che ti sta accanto? ”.
Bisogna essere più umili e imparare a cogliere le opportunità insite nelle differenze.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)