Presentazione dell’ultimo numero della rivista «Parolechiave»: Politica e partiti, n. 47 (2012); Il Caso S. dialogherà di Partiti, politica e nuove strade per la partecipazione nella crisi della rappresentanza, con Mariuccia Salvati, redazione di «Parolechiave» e Raffaele Laudani, ricercatore di Storia delle dottrine politiche.
Dove: Aula 39, Dipartimento di Storia, (Piazza San Giovanni in Monte 2, Bologna >mappa)
Quando: lunedì 3 dicembre 2012, ore 17.00
Acampada Sol, a Puerta del Sol – Madrid; 15 maggio 2011
Tentando di orientarsi politicamente all’interno delle mille pieghe del «tempo presente», caratterizzato da quella che con sempre maggiori distinguo e precisazioni viene definita «globalizzazione», si impone con forza una questione cruciale: quali sono, e come mutano, le odierne forme della politica? Il dibattito sulle modalità dell’agire politico contemporaneo investe un ampio spettro di pratiche possibili, che spaziano dalle esperienze più “tradizionali” – partiti, sindacati, rappresentanza – a quelle che invece fondano la propria ragion d’essere sulla critica radicale delle forme moderne dell’azione e della partecipazione politica – democrazia diretta o partecipativa, autogestione, acampadas. Il fatto che poi entrambe queste categorie vengano di volta in volta bollate negativamente da parte dei rispettivi detrattori (il sistema partitico viene indistintamente classificato come luogo d’elezione della “casta”, mentre i tentativi di immaginare una possibilità altra di fare politica – legata al rifiuto più o meno esplicito della mediazione delle istituzioni rappresentative classiche – appaiono inspiegabilmente associati a pulsioni di carattere populistico) rientra nelle logiche poco appassionanti della cronaca quotidiana.
Mobilitazione mondiale del 15 ottobre 2011, indignados a Madrid
Ciò che invece acquista maggiore interesse consiste appunto nella possibilità di indagare storicamente e concettualmente le ragioni della tensione alla quale sono sottoposti buona parte dei sistemi politici contemporanei: perché appare sempre più evidente come le logiche della rappresentanza moderna subiscano un deterioramento apparentemente inarrestabile? Quanto c’è di reale e quanto di ideologico nella condanna a morte delle forme tradizionali della politica? Quali sono i nodi da sciogliere per tentare di definire, alla luce delle sfide che il presente ci pone, le modalità di una partecipazione politica possibile (e non banalmente “nuova”)?
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