Il disco Diamanti e caramelle, non aggiunge alcuna novità allo stile musicale degli Stadio più recenti: piacevoli ballate, usi di sincopi, filtri, effetti elettronici in abbondanza tali da mettere in ombra una genuina chitarra elettrica (che pure c'è, ma nell'economia d'insieme è come se non ci fosse). Sappiamo bene che questo stile è frutto di un riconosciuto e onorevole lavoro di costruzione e ricostruzione di una identità autonoma di gruppo, che ha trovato la figura-chiave in Saverio Grandi, ma che ha diviso i fan più affezionati, che hanno accusato i loro beniamini di avere scelto una strada più commerciale che in passato (e le operazioni di collaborazione con Noemi e Fabrizio Moro lo dimostrano).
Gaetano Curreri si sforza sempre di dichiarare una continuità tra il suo modo di scrivere e quello degli anni 80 o 90, ma di acqua sotto i ponti ne è passata, per forza di cose.
Ciò nonostante, Diamanti e caramelle fa un sunto della poetica degli Stadio, al "nocciolo", quello che è rimasto nel corso degli anni, ballate d' amore e qualche riflessione doverosa sulla società. In questo disco la canzone "sociale" di turno è Gaetano e Giacinto (testo di Andrea Mingardi), un pregevole encomio di Facchetti e Scirea, ma che, tra le righe, vuole, fare emergere la differenza tra lo sportivo uomo e lo sportivo manipolato dall 'informazione. Ed esattamente come successe con Doma il mare doma (Maradona) e Mi alzo sui pedali (Marco Pantani), agli Stadio piacciono gli sportivi dal diffcile o discusso passato, gente defunta nella memoria, soprattutto.
Le altre canzoni si contendono la gioia e il rimpianto nelle varie facce dell'amore, grandi slanci poetici, un grande lirismo verso la figura femminile (E pur d'averti per un'ora o anche solo due minuti, farei mille giri su me stesso, come un acrobata- da Onde d'inverno), bilanciando molto bene la malinconia e l' ottimismo, sia a livello di testi che a livello musicale. Infatti, ultimamente gli Stadio hanno ben saputo miscelare atmosfere mediterranee ad atmosfere nordiche e fredde, caldo e freddo come nella terra dell' Emilia- Romagna, mare e nebbia. Risulta difficile per taluni separare l'odiosa nenia commerciale, ormai canzone-tipo da Stadio, da una ricerca attenta delle atmosfere, che risulta più identificabile e godibile nelle esecuzioni dal vivo, di cui gli Stadio sono sempre stati maestri.
Di seguito il video della canzone omonima, Diamanti e caramelle, una bella donna che cammina al ralenty, un'ennesima dimostrazione di affetto degli Stadio per il genere femminilee un'intervista di Gaetano Curreri a La6radio.