Il presidente, che è stato anche colpito umanamente dalla storia d’amore tra Edith e Thea e non ha fatto alcun calcolo economico, ha aperto la porta all’abrogazione della legge per via giudiziaria, confidando che ci penseranno i tribunali a decretarne l’incostituzionalità.
Ma il legislatore non rinuncia a dire la propria, così il Congresso si prepara a una battaglia fra i liberal che puntano a un’abrogazione formale della legge e i conservatori che la vogliono difendere a tutti i costi, anzi sono pronti ad aprire una battaglia proprio sul matrimonio gay. Fra i primi, la senatrice democratica Dianne Feinstein ha annunciato un’iniziativa legislativa per cancellare il Doma.
I repubblicani, però, affilano le armi: lo speaker della Camera, John Boehner, ha contestato la decisione di Obama e ha annunciato che i deputati combatteranno per difendere il Doma, sostenuto dal portavoce dei Repubblicani Eric Cantor.
Al contrario la leader dei Democratici, Nancy Pelosi, ha stigmatizzato questa scelta sia nel merito sia perché spreca in una battaglia sbagliata risorse che servirebbero a sostenere l’economia.
Oltre a schierarsi in difesa di una legge discriminatoria e rinunciare a concentrarsi sui posti di lavoro e sull’economia, quest’azione colloca decisamente i Repubblicani nella parte sbagliata della storia e del progresso. Per di più, questa decisione impegnerà lo staff e le risorse finanziarie dell’ufficio del General Counsel e, vista la complessità di questi casi e il numero dei tribunali coinvolti, costerà alla Camera centinaia di migliaia di dollari dei contribuenti.
Fonte: http://www.queerblog.it/post/10539/dianne-feinstein-abrogazione-del-doma
Vi abbraccio
Marco Michele Caserta