Diario di una perfetta vacanza in montagna // My perfect holiday to the mountains

Creato il 28 gennaio 2012 da Chicchi

Tatina cara, torno dalla montagna e mi ritrovo questa deliziosa ricetta ad aspettarmi! Quale miglior benvenuto, specie in questa fase post-rientro, in cui mi sento un po' svuotata, con poca (o niente) voglia di disfare la valigia e meno ancora di pensare al lavoro che mi attende lunedì.Ma questi cinque giorni sono stati una meraviglia: giornate piene, giornate di neve, sole, risate, relax, passeggiate, cibo, scoperte, sci (ebbene sì, anche lo sci...di fondo però)! Direi la vacanza perfetta! E per renderti partecipe ho scritto, nei momenti di riposo, un diario vero e preoprio, in cui racconto le nostre esperienze e le emozioni ad esse legate.E allora... buona lettura con il primo giorno!!   ______________

Dear Tatina, what a better welcome than your deliciuos recipe waiting for me after five faboulous days on the mountain! Something helpful to recover from my sadness... you know, at home, feeling empty, my bag still full, waiting for me to empty it. And back to work on Monday! :-(But the last five days were woderful: great days, full of snow, sun, laugh, relax, walks, food, sport and ski (oh, yes, even ski... but Nordic one!). I can say that it's been the perfect holiday. And to make you take part to it, I've been writing a sort of diary, describing the best experiences and the linked feelings.So... here it is the first day!

Sabato 21 gennaio 2012E mentre sorseggio tè Twinings alla vaniglia davanti al mio portatile, mi volgo verso la mia destra e vedo, dalla finestra, il bianco della neve, e la montagna di fronte che risplende sotto alla luce del sole e penso: FINALMENTE IN VACANZA!Questa volta sono partita con l’intenzione di godermela al cento per cento e proprio ieri, finendo di caricare le valigie, pronta per partire, ho guardato Ale e gli ho detto: ora si chiudono a chiave i nostri cervelli, via i pensieri e le preoccupazioni. La chiave la lasciamo appesa qui, a casa, e la recupereremo al nostro ritorno! E così è stato!Questa mattina ci siamo alzati presto, erano le sette quando ho aperto gli occhi, ma per me era sufficiente. Dopo quattro ore trascorse in macchina, ieri sera non ho fatto tempo a toccare il letto che già ero nel mondo dei sogni, ma senza sogni, tanto ero stanca!Siccome ogni anno ci ripromettiamo di partire gradualmente con le passeggiate -perché il primo giorno ci stanchiamo subito e i giorni successivi siamo tutto un AHI, OHI, UHI- abbiamo deciso di visitare il Parco Naturale di Paneveggio. Si tratta di una passeggiata molto tranquilla, in mezzo al bosco. Si da’ per scontato che si vedranno cervi e cerbiatti, visto che si tratta di una vera e propria riserva, e gli animali vengono nutriti dall’uomo, specie in inverno, quando, tutto coperto dalla neve, è quasi impossibile per loro reperire cibo fresco.Si dà per scontato, ma non è proprio detto, e infatti, nonostante fossimo solo io e Ale in mezzo al silenzio più assoluto, abbiamo trovato solamente una serie di impronte nella neve, che durante la notte era caduta copiosa.Dopo aver appurato che il centro visitatori era chiuso, ci siamo avventurati nel parcheggio innevato, fiduciosi che il nostro mezzo ci avrebbe in seguito riportati sulla strada senza problemi. Dal cielo cadeva ancora, di rado, qualche fiocco di neve, residuo della nevicata notturna, ma il sole cominciava già a fare capolino da dietro ai monti.Il bosco era un paradiso in terra: sai quando è tutto bianco, anche gli alberi, e la neve oltre a coprire le cose copre anche i rumori, e il silenzio sembra quasi surreale? Si sentivano solo le nostre tute da sci che strisciavano l’una contro l’altra mentre ci avventuravamo lungo il sentiero. Spesso mi ritrovavo ferma, quasi in attesa, aguzzando lo sguardo, speranzosa di vedere almeno uno scoiattolo, o una lepre bianca, ma niente da fare!

Footprints on the snow

Però, lungo tutto il percorso, che si chiama Marciò, erano stati posizionati dei cartelli “educativi” che insegnavano a riconoscere le orme degli abitanti del bosco! E così abbiamo scoperto che quelle che credevamo impronte di scoiattolo erano in realtà di una volpe che si aggirava da quelle parti, probabilmente in cerca di cibo, e che la Lepre Variabile –che si chiama così perché in inverno cambia il colore del mantello per mimetizzarsi in mezzo alla neve- lascia dei segni di forma triangolare; che le impronte di cervo maschio sono molto grandi, così siamo riusciti a distinguere quelle di un cerbiatto (o forse era una femmina?) da quelle di un maschio adulto; ed infine che un picchio è veramente in grado di bucare la corteccia di un albero con la sola forza del proprio becco!Durante la camminata abbiamo fatto una piccola deviazione, dirigendoci verso il Lago di Paneveggio, completamente ghiacciato e coperto dalla neve: ma chi aveva il coraggio di provare a camminarci sopra? Noi no di certo!

Le impronte della lepre Variabile / Changeable Rabbit footprints

Dopo un percorso di rientro piuttosto frettoloso, nel tentativo di scaldarci, a causa della temperatura, che a dispetto della giornata soleggiata, era a quasi meno cinque, siamo tornati al parcheggio: la nostra macchina era ancora lì ad aspettarci, sola, le impronte a terra, uniche, solo le nostre, il silenzio attorno ancora surreale.L’immagine si sfuma e si confonde con ciò che ancora vedo dalla finestra, il tetto bianco della palazzina di fronte e le cime degli alberi ricoperte di neve. Bevo l’ultimo sorso del mio tè e vado a chiamare Ale: si va a fare un giro in paese!
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Saturday 21st Jan 2012
While sipping my Twinings vanilla tea, staring at my notebook, I slightly turn my head towards the window: it’s all white, and the mountain in front of my flat is shining under the sunlight. I can just think: FINALLY I’M ON HOLYDAY!
This time I left with the clear aim to enjoy every single moment, so, after loading all the luggage on our car, I looked at Ale and said: we’re going to lock our heads, no more worries, no more working things. They will be here when we’ll be back, and till then… just relax! And it seems it’s working!
This morning we woke up early, it was seven o’clock when I opened my eyes: I’d probably slept enough. After four hours driving to get here yesterday, I couldn’t wait to jump into my bed and rest, and I did it actually, even without dreams –I was too tired.

Guess who...?

...Roe deer!!

 Since every time we try to start gradually, avoiding any UHI, OHI, AHI issues after a very tiring walk, we decided to visit Paneveggio Natural Park. It is an easy walk, inside a wood. Since it’s a real natural park, guests are supposed to see wild animals easily, but, to say the truth, it’s not so easy. It was just Ale and me, walking alone, silence was absolute, but despite that, we couldn’t see anything moving inside the forest. On the other hand, it was full of footprints, left by the creatures during the night, while snow was falling on the ground.

Deer footprints


After realizing that the Visitors’ Centre was closed, we  got into the snowy car parking, wandering if our car would have been able to reach the main road again. A few snowflakes were still falling down, after the past storm, but a shiny sun was already rising up beside the mountains. 

Guess who..?

Fox footprints!

 The wood was amazing! Try to picture the scene: all is white, even the trees, and the snow covers both things and noises, so that silence seems to be almost unnatural. We could hear only our ski dresses, scraping one against the other while we were walking on the path. I stopped many times, listening, looking for something, hoping to see at least a white rabbit or a squirrel, but nothing!
However, along the path, called Marciò, we found many advices concerning the forest inhabitants: they explained how to recognize their footprints. This way we were able to discover that the ones we thought belonging from a squirrel, had been left by a fox; that male deer footprints are bigger than the female ones (and we could even distinguish them); that the Changeable Rabbit (so called because of its hair, changing into a white colour in winter time, in order to hide itself from predators) leaves triangular footprints; and that peckers can really make a hole on a tree with their own pickles! 

Hello litte pecker! Nice job!

At a fork we decided to take another path, to reach, in 20 minutes, the Paneveggio Lake: it was an icy table, covered with white snow, but we weren’t so proud to walk on it –not at all!
After a quick run back (just to heat ourselves, since it was -5°C, despite the sunny day), we got the parking: our car was still there, all alone, our footprints were the only ones on the uncontaminated snow, and silence around there was still unreal.

The car parking


My eyes recover slowly, the white image mixes up with what I can see out of my window: the front roof still covered with snow, and the trees all white.
I quickly gull the left tea and tell Ale: time to go shopping downtown!



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