Ciao amici, sono tornata.
Su FB ho messo il reportage fotografico, potete vederlo a questo link, ma qui vorrei spendere due parole sulle mie impressioni a caldo, raccontarlo un pò questo viaggio, che considero il mio primo vero giro attraverso il mondo.
Perchè il primo? perchè il vero?
Il primo perchè gli altri sono stati al confronto di questo relativamente semplici, come dire, quasi domestici…e non avvertiti dunque come forme di prova, forme di impegno.
Il vero perchè effettivamente nonostante uno cerchi di pianificare quello a cui va incontro, non ci riesce mai del tutto, anzi, di fatto le vere difficoltà e le reali necessità le incontra all’improvviso, all’atto di dovere compiere alcune banali o non banali operazioni, come per esempio pensare di prelevare da un bamcomat arabo, o chiedere di pagare con la carta che però non viene riconosciuta, o cercare di spiegare ai militari alla dogana nel tuo inglese sdentato il perchè ti trovi sprovvisto di una certa carta che accidentalmente nessuno ha saputo procurarti, o ancora dovere convincere qualcuno che ti dice di non gradire foto, che l’unica foto fatta l’hai cancellata e che non ne hai altre sulla macchina fotografica…
Vero nel senso dunque di vissuto, di programmato giorno per giorno nel senso pieno della parola; ho vissuto questo viaggio così, con estrema leggerezza, con il solo pensiero di cercare di fare del mio meglio, con il solo pensiero di gustare quei luoghi che ho trovato, alcuni, veramente unici….
Alla fine, è andato tutto bene; sia la Siria che la Giordania meritano una visita, non solo per le loro indiscutibili bellezze storiche che per’altro appartengono ancora alla cultura romana, o alla cultura biblica che potremmo e possiamo considerare universali, ma anche per l’estrema cortesia dei loro abitanti, soprattutto quelli siriani.
Il luogo che più mi è piaciuto in assoluto? A sorpresa il Wadi Rum, con i suoi colori color pastello, il suo rosa che sembrava potesse profumare proprio come un fiore, i suoi tramonti, il suo silenzio, l’eleganza senza tempo dei suoi cammelli…
Il luogo che mi è piaciuto di meno? Irbid, città caotica e devo dire senza nessuna attrattiva architettonica, umana o paesaggistica; ci siamo andati solo perchè posta vicino al Golan, che oltretutto siamo riusciti a raggiungere solo dalla via del ritorno, proveniendo da Gerasa.
La cosa su cui devono molto migliorare? La segnaletica stradale, insufficiente, inadeguata, spesso scritta solo in arabo.
L’evento che ricordo con più piacere? Sarà banale, ma mi sono immensamente gustata la mia refrigerante nuotata nella bella piscina dell’hotel Mariam di Madaba, un simpatico albergo a conduzione familiare, senza lusso nè mancanze, alloggio che da noi sarebbe classificato degnamente nella categoria di un tre stelle.
Già le stelle; qui l’offerta alberghiera non è molto equilibrata; si passa con estrema facilità da un servizio super lusso spesso però inaccessibile per ovvie ragioni, ad un servizio scadente pressochè inaccettabile per il nostro concetto di igiene e di confort.
In linea di massima, tutte le scelte da noi operate ci hanno conferito quello che si può chiedere ad una vacanza che voglia garantire un minimo di rilassatezza, ma comunque per chi si sa adattare ancor di più, con venti euro si dorme in doppia, e con molto meno si può mangiare.
Alla fine il nostro tragitto ha toccato le seguenti città in ordine di arrivo: Damasco, Irbid, Mar Morto, Petra, Aqaba, Wadi Rum, Madaba, Castello di Quars nel deserto giordano, Gerasa, Golan, Palmira, Homs, Krak dei Cavalieri (saltando Hama), Aleppo, Latakia per la vicina Ugarit e Tartus per l’imbarco sulla Visemar One, il nostro efficientissimo traghetto. In pratica abbiamo voluto visitare prima la Giordania e tenerci la Siria per seconda.
Nei quindici giorni a disposizione non siamo riusciti a vedere tutto quello che sappiamo avrebbe meritato una visita; penso a Pella, ad Apamea, al monastero posto alle porte di Damasco, alle parti desertiche poste lungo l’Eufrate siriano, o alle parti desertiche della Giordania poste verso il confine con l’Iraq; abbiamo invece visitato luoghi che tutto sommato non ne valevano la pena, ma questo è servito a confermare la nostra opinione su questi territori, sulla gente reale che li abita, ossia che devono ancora di molto svilupparsi, che sembrano vivere in mezzo ad un mondo che non è più e un mondo che spinge sempre maggiormente per emergere.
E’ importante che ci siano tra di noi occidentali e loro, orientali, contatti scambi rapporti e relazioni.
Li alimentano i loro cittadini che vengono da noi per lavorare; li alimentiamo noi che andiamo da loro per puro turismo.
Consigli per chi vuole andarci? Prendetevi una buona guida, per esempio la Only Planet, che è tra le migliori, e ricordatevi di allacciare sempre il casco quando siete in sella, a me è volato via al cinquanta all’ora in un attimo di disattenzione nell’affollatissima Homs (per fortuna senza conseguenze), causa il forte vento che qui spesso, insieme al caldo torrido, la fa da padrone.
La prossima meta? Il prossimo viaggio? Mi piacerebbe Israele.
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