Diario di viaggio: Salone internazionale del libro di Torino

Creato il 13 maggio 2012 da Nicky @NickysBooks
Come promesso eccomi qui a rendervi partecipi della mia tre giorni torinese, con questo breve diario di viaggio che spero possa essere il più esaustivo possibile. La mia trasferta nel capoluogo piemontese inizia purtroppo con una notizia terribile, che mi raggiunge in treno come una doccia gelida (chi è di Bologna può capire). Un po' stordita e ancora attonita, arrivo in una Torino raggiante, che mi accoglie con un sole splendente che rischiara la mattinata. In questa bellissima giornata ho l'occasione, finalmente, di poter ammirare alcune delle meraviglie cittadine, tra cui il museo nazionale del cinema all'interno della Mole antonelliana (che vi consiglio caldamente), la chiesa della Gran Madre di Dio e la bella passeggiata che accompagna il lungo Po. Per quanto Torino mi sia piaciuta, il bello inizia però giovedì, con la mia prima tappa al Salone internazionale del libro, vero obiettivo di questa gita fuori porta. L'impatto iniziale è semplicemente meraviglioso. Pur essendoci già stata e quindi sapendo bene cosa aspettarmi, entrare al Lingotto è stato come entrare nel paese delle meraviglie. Per noi amanti della lettura questo è un luogo di perdizione. Come lo scorso anno, il primo padiglione della Fiera è occupato dagli editori più piccoli e dal reparto musica, che meritano davvero un po' del nostro tempo perché c'è sempre qualcosa di interessante dietro l'angolo. Ad esempio lo stand con i libri più piccoli del mondo, dove l'anno scorso ho acquistato la Costituzione italiana in miniatura. Dopo aver curiosato qua e là, sulla destra si apre il padiglione 2, prologo di una giornata lunghissima e acquisti senza freno.Nel padiglione 2 per l'appunto, cominciano gli stand dei pezzi grossi e una volta entrati è come se ci fosse una forza invisibile che ti attrae e ti confonde la mente: non sai più dove vuoi andare o da dove cominciare, vorresti essere ovunque. Passato questo primo momento di stordimento inevitabile, in cui vi sentirete come un alcolista in una distilleria, riuscirete a mettere a fuoco i vari stand e con calma la nostra visita può proseguire. La mia prima fermata è stata la Add Editore, dove è possibile votare il Presidente della Repubblica della cultura italiana (scelta ardua, perché ovviamente deve essere fatta tra gli italiani viventi). Proprio di fronte alla Add ci sono i ragazzi di Minimum Fax, e acquistare un libro da loro è stata un'impresa, perché c'era sempre fila, tanto che ho rimandato al giorno seguente. Il primo vero acquisto l'ho fatto alla E/O, che peraltro promuoveva i suoi libri con un bel 3x2: come non approfittarne. La mia visita prosegue tra stand e crisi di acquisto compulsivo fino alle 13, quando ho assistito all'interessantissimo incontro Libri a deforestazione zero. Quanto sono verdi gli editori italiani organizzato da Greenpeace Italia e con la partecipazione dei rappresentanti di Terra! e WWF. Ci tenevo a seguire questa conferenza perché è un tema che mi sta molto a cuore. Da lettrice forte a volte mi sono chiesta quanto io possa incidere sul processo di deforestazione che sta distruggendo questo nostro pazzo mondo. Così ho scoperto quali sono le case editrici verdi, cioè con un bassissimo impatto ambientale, e quelle che invece sarebbe bene tenere a distanza (Qui trovate la classifica degli editori eco-friendly) e soprattutto si son fatti i nomi di chi si impegna attivamente a modificare in meglio i propri comportamenti e chi al contrario continua a non voler sentire. Perché la distruzione delle foreste indonesiane creano una danno irreversibile a interi ecosistemi. Se volete approfondire (fatelo) visitate il sito greenpeace.it.Subito dopo ho partecipato a Lettori e follower. L'editore alle prese con Twitter: interessante per capire come gli editori interagiscono con i social network e che importanza danno ai cinguettii. Dopo altri passaggi fra i padiglioni 2 e 3, la mia giornata in fiera volge al termine. Ho preferito tenermi del tempo a disposizione per visitare il Museo Egizio e ammirare il centro storico di Torino.Il mio venerdì al salone inizia presto, perché alle 10.30 c'è l'incontro con Corrado Augias che mi aspetta, con la sua conferenza per la presentazione del libro Il disagio della libertà. Fra tutti gli eventi a cui ho partecipato questo è stato sicuramente quello che ho preferito: innanzi tutto perché Augias mi piace tantissimo e nutro nei suoi confronti una stima profonda, e poi perché è stato oggettivamente un bell'incontro. La sala gialla era gremita e lui come sempre è stato chiaro e diretto, anche nelle risposte agli spettatori. Peccato avessimo poco tempo a disposizione, avrei passato ore ad ascoltarlo. Subito dopo sono corsa allo spazio Rai, dove è stata registrata la puntata speciale di Per un pugno di libri, tra gli ospiti Marco Malvaldi (fantastico) e Dario Vergassola, condotto come sempre da Veronica Pivetti e dal mitico Piero Dorfles. Peccato il ritardo di tre quarti d'ora.La rivelazione della giornata, però, è stata Emma Books, che conoscevo grazie a Twitter ma di cui ancora non avevo letto niente. Ebbene le donne di questa casa editrice mi hanno piacevolmente colpita. L'evento Emma books, femminile digitale è stato infatti una sorpresa bellissima. Per chi ancora non la conoscesse, Emma è una giovanissima casa editrice digitale che pubblica solo ed esclusivamente e-book, destinati prevalentemente a un pubblico femminile. All'incontro, moderato dalla giornalista Chicca Gagliardo, hanno partecipato tre autrici e la responsabile editoriale di Emma. Mi sono piaciute tutte, le ho trovate favolose, ma una su tutte mi ha colpito tanto da farmi superare la mia naturale avversione nei confronti dei libri digitali. Sto parlando di Rossella Calabrò che in poche parole mi ha convinta ad acquistare il suo libro Perché le donne sposano gli opossum?. La mia ultima giornata al salone si è conclusa con l'incontro con Luis Sepúlveda nella pienissima sala gialla. Che dire, assolutamente unico e anche molto divertente. Riassumendo, è stata un'esperienza bellissima. Tante cose ho visto, tante altre ne avrei volute vedere (in alcuni casi mi sarebbe piaciuto essere dotata del dono dell'ubiquità). Ho perso alcuni eventi importanti, tra i quali quello in ricordo di Carlo Fruttero, ma ho fatto una scelta. Quella di non rimanere tra le quattro mura della fiera per tutto il giorno per poter conoscere meglio Torino, città di cui fino a pochi giorni fa conoscevo solo lo stadio e il Lingotto. Sono ugualmente e pienamente soddisfatta. È stato bello vedere quanta gente ci fosse, persone che condividono la tua stessa passione. Siamo pochi in Italia, pochi ma buoni. E soprattutto mi hanno colpito i bambini: tantissime le scolaresche,  molte delle quali composte da bambini piccoli che guardavano questa immensità fatta di libri con occhi luccicanti. Bellissimi.Fra gli espositori gli stand che più mi hanno colpito sono Sellerio (che riprendeva fedelmente la grafica dei libri), Einaudi (molto raffinato), E/O (piccolo ma accogliente), Adelphi (minimal ed essenziale). Mi sono persa per ore allo stand di GEMS, che però ho trovato un po' caotico, e a quello Rizzoli. Mi è piaciuto moltissimo quello del gruppo Fandango e se ci penso ancora mi mangio le mani per non aver acquistato almeno uno dei fumetti d'impegno civile di BeccoGiallo, ma credo che rimedierò presto. Ovviamente sono rientrata a Bologna carica di cataloghi e inserti speciali, una vera meraviglia.
Una menzione speciale la merita lo spazio dedicato a Torino al padiglione 5, in cui è esposta una bella mostra sui cambiamenti della città negli ultimi 25 anni. 
Ora qualche consiglio per chi ha in programma una visita domani, lunedì o il prossimo anno: acquistate il biglietto tramite prevendita on line, vi risparmierà una lunga fila sotto il sole, cercate di programmare la visita appuntandovi gli eventi a cui volete assistere (trovate il programma sul sito ufficiale del salone), eviterete di vagare per la fiera senza meta, armatevi di tanta pazienza, perché c'è tanta gente e tanti studenti in gita (già grandicelli e senza controllo) che tutto vorrebbero tranne che essere lì. 

Dopo tutte queste belle parole mi concedo una piccola nota polemica. L'unico vero neo di questo meraviglioso salone è la quasi totale mancanza di offerte o sconti. Gli editori che fanno sconti si possono contare sulle dita di una mano e sono quasi tutti piccoli editori. I cosiddetti pezzi grossi dell'editoria ben si son guardati dall'applicare sconti, nonostante la legge Levi preveda per occasioni come questa la possibilità di poter sforare il tetto massimo del 15%. Se siete già passati di qui sapete che non sono solita lamentarmi dei prezzi dei libri, che fatte le dovute eccezioni non trovo così eccessivi, è una cosa che non faccio. Però l'idea che in una manifestazione così importante, che non è solo una fiera è una vera e propria mostra-mercato, quasi nessuno abbassi i prezzi mi sembra assurda oltre che ridicola. Anche l'anno scorso è stato così, quindi ero abbastanza preparata, ciò non toglie che il mio dissenso sia totale. Soprattutto in considerazione dei tempi di crisi nera che stiamo attraversando. 


Infine progetti per l'anno che verrà: riuscire a essere presente il sabato, giorno clou per quanto riguarda gli incontri con gli autori, e magari organizzare un bel meeting fra blogger, sarebbe un'occasione fantastica per ritrovarsi!
Sulla FanPage di Facebook potete trovare le foto che ho scattato in questi giorni.
In attesa dei vostri dettagliati racconti di fiera vi auguro come sempre
Buona Lettura!

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