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Diciamolo: La distinzione fondamentale è fra democrazia - governo di popolo quand’anche il popolo dovesse rendere lecito un peccato come il divorzio - e Islàm, in cui il potere appartiene a Dio

Creato il 15 novembre 2015 da Bernardrieux @pierrebarilli1
Diciamolo: La distinzione fondamentale è fra democrazia - governo di popolo quand’anche il popolo dovesse rendere lecito un peccato come il divorzio - e Islàm, in cui il potere appartiene a DioQuando leggo le mielose baggianate che circolano su facebook dove simpatici strimpellatori da festa dell'Unità, in combinato disposto con quelli "la colpa è sempre degli americani", se la prendono addirittura con la Fallaci, consiglio ai suddetti la lettura di due libri di Bernard Lewis, “Le origini della rabbia musulmana” (Mondadori) e “La crisi dell’Islam” (Oscar Mondadori).
 Bernard Lewis è uno fra i più grandi esperti del mondo islamico, professore emerito all’Università di Princeton, i due libri imperdibili per tutti coloro che desiderano approfondire il tema dello scontro delle civiltà oggi in atto.
A ben guardare, Lewis, Samuel Huntington e Oriana Fallaci compongono la prestigiosa triade di intellettuali che, in tempi non sospetti, ha lanciato l’allarme Islam al mondo occidentale. Tuttavia chi cercasse nelle pagine di questi libri la vis polemica che anima gli scritti della nostra Oriana rimarrebbe deluso: tipico di Lewis, come anche del suo illustre collega Huntington (il primo insegnava Storia a Princeton, il secondo ad Harvard), è lo stile pacato, che non cade mai in polemica virulenta, ma che espone i fatti al lettore con accademica oggettività. Ma i concetti espressi da Lewis sono sostanzialmente gli stessi della Fallaci, e confermano quanto sia difficile, forse impossibile, la convivenza tra l’Islam e la nostra civiltà. Da anni a dominare i pensieri di Lewis è lo spettro di una Europa islamizzata. Quattro anni fa, in un’intervista , il professore disse che l’islam potrebbe diventare “la forza dominante” in Europa, perché “nel nome del politically correct gli europei hanno rinunciato a combattere la battaglia per il controllo della cultura e della religione”.
“Secondo la narrativa islamica, il Profeta Maometto spedì messaggi agli imperatori di Bisanzio, Iran ed Etiopia chiedendo loro di accettare la versione finale della vera fede. L’Iran venne conquistato e islamizzato. La cristianità, nonostante molte sconfitte e perdite, è sopravvissuta a Bisanzio e in Etiopia, così come in Europa. I seguaci del Profeta hanno allora conquistato paesi cristiani come Iraq, Siria, Palestina, Egitto, Nordafrica e hanno invaso l’Europa, conquistando Sicilia, Spagna e Portogallo. Dopo centinaia di anni, i cristiani hanno ripreso la Spagna, Portogallo e Sicilia ma non l’Africa del nord. 
Il secondo attacco islamico venne quando gli ottomani crearono un nuovo impero in medio oriente. Conquistarono l’antica città di Costantinopoli e invasero l’Europa. Anche questa fase è finita con una sconfitta. Il collasso dell’impero ottomano durante la Prima guerra mondiale è seguito dall’espansione degli imperi europei, Inghilterra, Francia, Russia e Olanda e Italia, nelle terre dell’islam. Un dominio finito dopo la Seconda guerra mondiale.
Quello che sta accadendo ora è il terzo tentativo dei musulmani di realizzare la missione divina di portare la verità di Dio a tutta l’umanità.
In Occidente, dalle parole: “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” si è fatta derivare la separazione della sfera laica (e politica) da quella religiosa: ma un simile invito non esiste nella religione islamica. Mentre da noi chi si mette contro lo Stato in nome della religione è sottoposto a sanzioni penali, nel mondo islamico la ribellione in nome della religione è dovuta e obbligatoria. Il pio musulmano non può servire due padroni. La sua scelta è fra Dio e la morte per apostasia.  E sorridendo si potrebbe aggiungere che non vorremmo – come temeva Oriana Fallaci - che in Europa si finisse con un nuovo editto di Costantino a favore di Maometto.
La distinzione fondamentale è fra democrazia - governo di popolo quand’anche il popolo dovesse rendere lecito un peccato come il divorzio - e Islàm, in cui il potere appartiene a Dio, secondo l’interpretazione dei suoi rappresentanti. Per i maomettani più ortodossi i governanti laici sono abusivi. E questa non è l’ultima ragione per la quale i governi dei Paesi islamici moderati guardano agli integralisti con sospetto e allarme.
Il musulmano ortodosso che venisse chiamato a giurare fedeltà alla Costituzione Italiana avrebbe la scelta fra abiurare la sua religione o mentire. E mentire potrebbe facilmente: mentre è inammissibile che il pio maomettano menta ad un altro maomettano, la menzogna è ammessa se si parla ad un infedele. E diverrebbe così uno di quei tanti che non si integrano e si sentono soggetti ad un’altra autorità civile e morale: prova ne sia che chiedono il diritto di mantenere le loro costumanze (per i cibi, per la poligamia), di avere una giustizia propria (la sharia) e in alcuni casi (pochissimi per fortuna) si spingono a diventare terroristi contro il Paese che ha concesso loro la cittadinanza.
L’esperienza francese ce lo insegna.http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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