Diciannovesima Giornata mondiale della Vita Consacrata

Da Agueci

Fragnelli: «Compito della vita consacrata è “svegliare il mondo” »

Il 2 febbraio, festa della Presentazione al Tempio di Gesù, si celebra la diciannovesima Giornata mondiale della Vita Consacrata. Quest’anno, però, assume maggiore interesse in quanto, ricorrendo il 50° della Costituzione dogmatica Lumen gentium sulla Chiesa e del Decreto Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita religiosa, il Papa ha indetto un Anno della Vita Consacrata che ha avuto inizio il 30 novembre scorso, inizio dell’Avvento, e terminerà il 2 febbraio 2016. Papa Francesco ha inviato per l’occasione una lunga lettera a tutti i consacrati che merita di essere letta e meditata, così anche il Consiglio Episcopale Permanente ne ha fatto oggetto di attenzione con un messaggio.

In diocesi (sono presenti religiosi di 9 Ordini e Congregazioni, 19 sono quelli femminili e 3 di clausura, oltre a numerosi consacrati laici/e), il vescovo Pietro Maria Fragnelli ha voluto aprire ufficialmente, al Santuario della Madonna di Trapani, l’Anno il 18 gennaio scorso, sottolineando l’avvenimento con una sua lettera indirizzata ai religiosi/e. Il presule ha messo in evidenza come «la vita consacrata ha rappresentato e rappresenta una profezia silenziosa ma potente» e per questo ha espresso gratitudine «per la preziosa opera svolta da tanti consacrati, uomini e donne» i quali «con la profezia creativa del loro carisma hanno nutrito di spiritualità il nostro popolo, abbellito la nostra chiesa di testimonianze di santità, di opere, istituzioni, iniziative che ancora oggi rappresentano un tessuto prezioso d’incarnazione evangelica». E dopo aver accennato alle difficoltà che incontra oggi la vita consacrata, dovuta al calo delle vocazioni, il vescovo invita tutti a una grande riflessione. Riprendendo in prestito le parole del Papa che rivisita il ruolo dei consacrati, pur nello spirito del loro fondatore, ne indica l’orizzonte: la sfida della beatitudine dei poveri ed esaminare le frontiere del pensiero e della cultura. «Non dobbiamo aver paura di lasciare gli “otri vecchi”: di rinnovare cioè quelle abitudini e quelle strutture che, nella vita della Chiesa e dunque anche nella vita consacrata, riconosciamo come non più rispondenti a quanto Dio ci chiede oggi per far avanzare il suo Regno nel mondo». «Compito della vita consacrata – conclude il presule - è “svegliare il mondo” con la limpidezza della testimonianza profetica, con la presenza nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero, dove manifestare la tenerezza e maternità della Chiesa».

SALVATORE AGUECI


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