Diciottesimo scudetto: equazioni

Creato il 08 maggio 2011 da Gianclint

Cristian in festa per la riuscita delle equazioni

Ragazzi, è qui la festa? Lo champagne scorre a fiumi? Le luci rossonere dipingono con i colori della felicità i muri nelle nostre case? Sìììììì!!!!!!!! Troppo bello! Ho cominciato a sognare questo scudetto il giorno dell’acquisto di Ibra. Me lo sono accarezzato, coccolato, vezzeggiato, titillato. Ho barcollato sotto le mazzate di Cesena, seguite dal deludente pareggio casalingo con il Catania. Poi ho iniziato a volare! Vuoti d’aria con Juve e Roma. La paura di schiantarmi al suolo dopo le delusioni con Bari e Palermo era terrificante. Com’è stata amara la notte del Barbera!

Incubi angoscianti popolavano la mia mente. Brividi raccapriccianti percorrevano il mio corpo. Poi….il derby. L’esplosione di una gioia smisurata ha mandato su di giri il motore della mia vita. Fiorentina, Samp, Brescia, Cagliari  hanno inserito ottani nella benzina dell’entusiasmo. E ieri Roma. La certificazione matematica di un anelito di infinito. Frantumi di bellezza che scendono dal cielo e ti proiettano in Paradiso. Emozioni mozzafiato, precarietà vertiginose che non possono essere spiegate con le parole. Si sentono. Si vivono. E basta. Grazie, Milan! Come sembrano lontani i tempi bui.

A volte avevo strani pensieri. Immaginavo di chiedere alla squadra: “ Ti prego, fammi male.” E desideravo che lei, da sadica, rispondesse: “ No!” Invece…. Quante botte da orbi! Rabbia, frustrazione, delusione, avvilimento riempivano le mie giornate. Sono arrivata ad odiare la Società che amavo alla follia. Non condividevo quasi niente di quello che faceva. L’acquisto di Dinho mi mandò in bestia. Come la cessione di Kakà. Ho cercato di staccare con il calcio. Mi sono perfino buttata sul tiro con l’arco. Ma non riuscivo proprio a non guardare le partite. Troppo forte la passione per le maglie rossonere.

Qualcuno, credo Ovidio, scrisse un verso del tipo: “ Cercherò di odiarti. Se non ce la farò, ti amerò contro voglia.” Ecco, io ero sintonizzata sulla seconda opzione. Fino allo scorso Agosto. Poi l’amore è riscoppiato. Prepotente, assoluto, devastante. Un solo momento di profonda, tremenda, violentissima ribellione. Madrid. La riproposizione della stessa tipologia di squadra che mi aveva fatto imbufalire gli anni scorsi mi ha portato a sbarellare completamente. E ora impazzisco di gioia per questo scudetto. Non rimpiango niente di tutto quello che ho detto. Fotografavo la realtà. Esprimevo semplicemente quel che sentivo, avvalendomi dei diritti dell’amore tradito.

Le equazioni nella mia vita spesso si complicano, si ingarbugliano. Diventano logaritmiche, esponenziali, differenziali. Un’identità, però, resta invariabilmente lineare. Vittoria del Milan = felicità. E’ sempre stato così. Sarà sempre così. Sto digitando sul computer dopo una notte in cui ho dormito deliziosamente. Ieri sera non ce l’ho fatta a mettermi a scrivere. Troppo presa da brindisi e festeggiamenti. Mi danzano davanti agli occhi i fotogrammi della partita. Brutto il primo tempo, illuminato da un immenso Abbiati. Cristian proprio non ci becca nei rinvii, ma è un grande portiere. Ha disputato una stagione strepitosa. Max, fallo allenare bene nell’esercizio specifico!

Abbiamo  tenuto la palla per un sacco di tempo, senza combinare nulla. La Roma, invece, è stata pericolosa. Mi confermo in una mia convinzione. Del possesso palla a sé stante non me ne frega niente. Anzi, quando è sterile e stucchevole, mi irrita. L’immagine più bella? L’inquadratura di Barbara in tribuna e, immediatamente dopo, di Pato in panchina. La ripresa vede in campo Ambro al posto di Gattuso. Bellissimo il tiro a giro di Binho dopo la splendida percussione di Abate. Peccato si sia infranto sul palo. Dai, che andiamo a vincere! Vorrei tanto mettere il suggello allo scudetto con un gol di Ibra.

Zlatan è stato determinante per noi. Il calo di rendimento? Le squalifiche? D’accordo, ma, senza di lui a trascinarci fino a Gennaio, non avremmo vinto. Mentre formulo questo pensiero, Ambro la dà splendidamente al Boa. Il Prince scodella un pallonetto sull’uscita di Doni! La palla fa la barba al palo opposto. La bomba di Ibra su punizione è micidiale ma troppo centrale. In fondo va bene così. Ci basta un punticino…… Galliani, inquadrato in tribuna, sembra pregare. Entra il mio Paperino. Sìììì!!!!!!! Il fischio finale è accolto dalle mie urla assatanate. Ma vieni, scudetto! Dopo anni di decadenza, in cui ti sei concesso a mani rozze e triviali, hai ritrovato la tua antica nobiltà. Sei tornato a passeggiare tra i panorami mozzafiato di quel meraviglioso luogo dell’anima chiamato Milan.

L’abbraccio sul campo tra Barbara e Pato mi intenerisce. Dai, ragazzi, che siete il nostro futuro! Un fotografo disgraziato mi impalla i due. Mannaggia……. Il mio interista è andato a letto con le galline. E’ stato bravo. Non ha disturbato. Cosi io posso stappare libidinosamente il prosecchino e brindare con qualche amico al canto di “ Chi non salta nerazzurro è!”. Linee telefoniche bollenti. Felicità come se piovesse. Anni di sofferenze si sublimano in una notte di delirio, di catarsi. E ora? A Palermo per vincere! Roma, aspettaci. Vogliamo tornare da te per completare l’opera. Aspettaci anche tu, Champions.

L’equazione tra noi e te potrà avere una splendida soluzione, se faremo una campagna acquisti intelligente. Quest’anno ti abbiamo bistrattata. Ma non eravamo pronti. Perché possiamo banchettare al tuo succulento tavolo, la Società deve fare qualche ulteriore sforzo. Spero non si faccia prendere dalla suggestione dei rinnovi. La squadra deve essere ringiovanita. Posti e risorse per i nuovi innesti vanno trovati tagliando ingaggi pesanti. Max, sei bello! Thiago, sei fantastico! Chapeau, Ignazio!Oggi le mie colline mi sembrano più verdi. Il cielo più azzurro. Il Garda, che intravedo in lontananza, è uno zaffiro ancora più scintillante del solito. Il mondo è meraviglioso! Un bacione a tutti, ragazzi! Grazie, Milan!

Chiara

P.S. La vita è bella!


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