Nel mio immaginario personale Dickens è lo spirito stesso del Natale, altro che alberello o presepe. Un canto di Natale è una magnifica storia di redenzione e riscatto nei confronti di una società che ci vuole incattiviti e aggressivi. In fondo Ebenezer Scrooge è vittima di questo, perché (sarà che sono fondamentalmente ottimista), se non fosse per la crescente competitività che ci pone l'uno contro l'altro e non l'uno con l'altro, non esisterebbero vecchi taccagni che licenziano la vigilia di Natale e non esisterebbero banchieri al governo. Scrooge si riappropria della dignità che la società industriale stava pian piano togliendo all'uomo.
Dopo anni quindi ripesco una mia vecchia tradizione: leggere Dickens a Natale. Ho scelto un libro che non avevo mai letto: La piccola Dorrit. E' epifanico riscoprire la bella di scrittura di un autore che si è trascurato per molto tempo. Dickens è fenomenale, bravo, mai prolisso. Sempre giusto nel dosare umorismo e sentimento. Sono tra chi è riuscito a leggere tutto Il circolo Pickwick divertendosi, tra l'altro.
Al Natale associo sempre un anime che ritengo giusto per questo periodo. La piccola Nell è uno dei pochi che non ho mai visto da piccolo e non mi spiego perché. Forse qui a Roma è stato mandato in onda poco nonostante le tante reti che trasmettevano cartoni animati (Teleroma 56, TVR Voxon, Rete Capri...). Questo anime è tratto dal romanzo La bottega dell'antiquario, sempre di Dickens guarda un po'. Stranamente non è una di quelle serie che fa parte del World Masterpiece Theatre, infatti consta soltanto di 26 episodi.
La sigla è stata incisa soltanto di recente dai Cavalieri del Re ed è, che ve lo dico a fare, veramente bella.
(Sigla di chiusura)