Dicono che il 18° scudetto del Milan sia la giusta “buonuscita” ai tanti campioni che nell’ultimo decennio hanno fatto grande la squadra. Dicono che questo scudetto è la rivincita dei veterani, degli ex ragazzi irresistibili che da giovani divoravano titoli in tutto il continente prima della prepotenza interista. Dicono che oggi non è cominciato nessun “ciclo” ma è l’ultimo “hurrah” di vecchi babbioni, della generazione dei Pirlo, dei Seedorf, dei Gattuso, dei Nesta, degli Ambrosini, dei Zambrotta, degli Inzaghi, degli Abbiati, ecc. Dicono che non si può costruire niente su questi pensionati di lusso, men che meno una Coppa Campioni che è affare di ragazzini con i muscoli freschi. Dicono che il 07 maggio 2011 è stata la passerella finale di un gruppo di persone che da giovani hanno vinto perché erano i più forti e che oggi hanno vinto perché i più furbi con la loro esperienza. E infine dicono che questo è stato lo scudetto meno “berlusconiano” di tutti quelli vinti. Dicono perché è giusto che si parli e si critichi, dicono perché l’invidia è una brutta bestia, dicono perché questo Milan fa davvero paura e i più sanno che è l’inizio di un nuovo ciclo e quando in via Turati si comincia così la storia indica dove si andrà a finire. Dicono e lasciamoli dire così come lasciamo che la dirigenza vecchia e nuova faccia il suo corso sicuri che ancora una volta costruiremo la storia del calcio in Europa.
Intanto le personalissime pagelle dei 30 giocatori che hanno conquistato questo diciottesimo titolo.
ABBIATI: 7
Ottimo portiere nello schieramento difensivo del Milan. Certo non è il miglior portiere che abbiamo in Italia, tantomeno uno dei migliori; a prescindere da Buffon altri sono i portieri con credenziali più cospicue rispetto al nostro a cominciare da quel Viviano (ahimè di proprietà dell’Inter) che sembra destinato a prendere il posto del portierone azzurro. Comunque il nostro Abbiati ha saputo tenere con sicurezza la porta del Milan e certamente molto del merito della difesa meno battuta del campionato è da ascrivere a lui.
AMELIA: 6 ½
Quando è stato chiamato in causa per sostituire Abbiati, lo ha fatto con la solita professionalità che lo contraddistingue. Qualche incertezza ma niente di grave, certo per un Milan da leggenda bisognerà pensare ad un portiere più consono.
ABATE: 8 ½
A tutti gli effetti può considerarsi uno dei maggiori artefici dello scudetto del Milan. La fascia destra in Italia ha ormai un solo padrone: Abate. Giovanissimo ha davanti a sé un futuro luminoso, di prima grandezza, degno della migliore tradizione dei terzini di fascia del Milan (Maldini). Una forza della natura, secondo me può giocare per 180 minuti ininterrottamente tanto la fatica non la sente. Sicuramente con qualche anno di esperienza in più anche un “mostro” come Christian Bale dovrà inchinarsi alla classe, alla bravura, alla forza di questo ragazzo.
BONERA: 5 ½
Giocatore che va bene per qualsiasi ruolo difensivo. Qualche volta di lui si ha avuto bisogno per ricoprire ruolo da centrale o da terzino di fascia e ha sempre risposto con una certa sufficienza. Certo può fare molto di più.
NESTA: 7
Nonostante l’età e qualche infortunio che l’ha condizionato durante la stagione rimane pur sempre uno dei centrali difensivi più bravi del nostro campionato. Con la sua esperienza, la classe innata e la volontà di essere sempre al top Alessandro è il miglior maestro per i giovani rincalzi della difesa milanista.
YEPES: 6 ½
Si è trovato diverse volte nell’arco di questo campionato a dover sostituire due grandi campioni come Nesta e Thiago Silva e ogni volta l’ha fatto con giudizio, senza strafare dando sicurezza ad un reparto che con i due titolari non conosce titubanze.
SOKRATIS: 5
Diciamoci la verità: non è un giocatore da Milan e quelle poche volte che è stato in campo ha dimostrato tutte le debolezze di un calciatore medio da squadra media.
THIAGO SILVA: 9
Per questo giocatore non ci sono parole da spendere. C’è un unico concetto che può definirlo nel miglior dei modi: il miglior centrale difensivo del mondo!
ZAMBROTTA: 6
Nella sua carriera sulla fascia sinistra ha macinato tanti di quei chilometri che era impossibile chiedergli di più in questo campionato. Ha fatto il suo dovere al meglio quando è stato in campo e tanto basta per assegnargli il posto da titolare.
ANTONINI: 8
Nonostante alcune critiche e i molti che non lo considerano ancora all’altezza, credo che il laterale sinistro del Milan ha meritato la fascia sinistra più di Zambrotta. Solo nel finale di stagione ha accusato un po’ di stanchezza dovuta secondo me allo sforzo prodotto nella parte centrale del campionato e a quel paio di infortuni che hanno condizionato alcune sue presenze. Antonini comunque allo stesso modo di Abate è destinato a diventare inamovibile nella formazione tipo del Milan e giocatore imprescindibile per la nostra Nazionale.
Jankulovski: 5 ½
A livello di rendimento per lui vale lo stesso discorso di Bonera. Quando si è avuto bisogno ha risposto sempre presente assicurando una certa mole di gioco, forse sfruttato di più avrebbe reso ancora meglio ma ormai nel Milan di Allegri le pedine fondamentali sono altre e per Janko il futuro forse è da qualche altra parte.
ODDO: 6
Anche questo giocatore trova poco spazio nel progetto di Allegri. Da campione del mondo qual è ha comunque saputo reagire bene quando per svariati motivi è stato chiamato in causa. Certo non è più l’Oddo che noi tutti abbiamo ammirato ai mondiali ma è pur sempre un calciatore che offre garanzie quando interpellato.
VAN BOMMEL: 8
Arrivato a gennaio si è subito integrato nei meccanismi del gioco di Allegri diventando punto di riferimento imprescindibile davanti ai quattro di difesa. Con Van Bommel il Milan tutto ha trovato la quadratura del cerchio, il giocatore olandese è diventato ben presto il filtro ottimale di cui la difesa aveva bisogno e difatti il suo arrivo ha coinciso con la riduzione drastica dei gol presi dal Milan. Con Van Bommel in campo nelle ultime 12 partite il Milan ha incassato solo 5 gol.
GATTUSO: 7
Insostituibile guerriero di centrocampo si era smarrito nei meandri del gioco leonardiano e spesso era rimasto a bordo campo. Per Gattuso possiamo dire che Allegri ha compiuto un altro capolavoro riconquistandolo non solo alla causa rossonera ma al piacere di vedere un centrocampista incontrista di quelli di una volta.
FLAMINI: 6
Stesso discorso di Gattuso, con Leonardo il calciatore francese si era un po’ perso, poi giunto Allegri tutto è tornato a girare come si richiede a giocatori dalla forza fisica come quelle del console. Spesso è partito dalla panchina ma quando è entrato in campo ha contribuito alla riuscita di questo scudetto.
AMBROSINI: 6 ½
Ha giocato poco Ambrosini, è stato un anno in cui gli infortuni non lo hanno lasciato in pace. Per quelle volte che ha giocato, però ha dimostrato tutto il suo valore. Centrocampista di forza, gioca per la profondità e spesso si trova anche a realizzare goal importanti e questo dà sempre spessore alle sue presenza.
STRASSER: 6
Tre presenze che gli hanno valso la fiducia del tecnico rossonero. Un giovane che presto entrerà stabilmente nella prima squadra se il mercato non richiederà sacrifici. Tre presenze e un goal anche il suo contributo è stato decisivo per la conquista del titolo.
SEEDORF: 8
Alla sua età e con quello che ha vinto potrebbe benissimo stare comodamente seduto in poltrona e gustarsi il calcio da un altro punto di vista, invece Seedorf non solo gioca e gioca bene, ma insieme ad Allegri ha saputo reinventarsi in un nuovo ruolo diventando di diritto il professore della squadra. Un finale di campionato da incorniciare, nonostante una prima parte a livelli eccezionali: Seedorf ha preso in mano la squadra nel momento più critico e ha impartito la sua benedizione apostolica. Come è stato definito è il papa nero dello scudetto.
EMANUELSON: 5
Arrivato a Milano con il mercato di gennaio, ha trovato poco spazio nella seconda parte della stagione quando i meccanismi della squadra di Allegri erano ben oliati che era quasi impossibile cambiare. Lo aspettiamo ad altre prove.
PIRLO: 6
Gli infortuni hanno oscurato se non del tutto spenta la fiamma del genio milanista, al punto che non sappiamo se entrerà ancora a far parte dei progetti della società giacché in quelli di Allegri ormai Pirlo si trova ai margini. Poche perle in questa stagione per uno che ci ha abituato ad amare il gioco del calcio.
BOATENG: 9
E’ l’altra pedina fondamentale di questo scudetto. Una intuizione esclusivamente di Allegri che fortemente l’ha voluto dal Genoa e l’ha saputo valorizzare mettendolo in condizione di diventare nel giro di qualche mese un calciatore di valore incalcolabile. Alle spalle degli attaccanti Boateng è sempre stato pronto ad inserirsi per realizzare reti fantastiche o per dare assist altrettanto importanti. Di lui certamente si parlerà a lungo e secondo me è destinato a diventare un altro dei calciatori storici del Milan.
MERKEL: 6
Altro ragazzo proveniente dal vivaio e altra intuizione di Allegri che nel momento del bisogno ha saputo pescare dai ragazzi del Milan con una facilità incredibile.
PATO: 8 ½
Se non fosse per gli infortuni che spesso lo hanno tenuto ai margini della squadra titolare e alcune incomprensioni di inizio stagione con Ibra, il calciatore brasiliano avrebbe meritato certamente un voto molto più alto. Pato è un fuoriclasse è questo non si discute, è un campione che giova al Milan come squadra imponendo una media gol a partita più alta addirittura di quella di due mostri come Pippo Inzaghi e Andrey Shevchenko e all’intera società con il suo esempio professionale accettando panchine e sostituzioni senza fiatare e senza polemiche.
CASSANO: 6 ½
Sinceramente arrivando a gennaio dopo mesi di inattività dovuta a quel genio del suo ex presidente Garrone, il pibe di Bari di più non poteva fare. Attenzione però che non ha fatto poco, al di là dei goal Cassano si è distinti per gli assist ai compagni molti dei quali finalizzati con la rete.
INZAGHI: 6
Solo 5 gare ma due goal importanti, poi un infortunio che non ci voleva e Super Pippo è rimasto ai margini. Adesso si dice che è guarito e pronto per rientrare e per dare il suo apporto ad un Milan che necessariamente da adesso in poi deve diventare internazionale.
IBRAHIMOVIC: 9
Era arrivato a Milano con un’unica dichiarazione “Vinceremo tutto” e al momento ci ha dato il campionato in attesa della Coppa Italia. Il 9 è più di fiducia alla sua dichiarazione che altro poiché l’anno prossimo Ibra deve necessariamente portarci la Champions. Il valore del giocatore non si discute, un valore assoluto dimostrato specialmente nella prima parte del campionato quando da solo si è caricato la squadra sulle spalle profondendo autostima a tutti e iniettandogli quella fiducia nei propri mezzi che è stata la qualità maggiore di questo Milan. Un piccolo appunto ad Allegri nella gestione di Ibra, non lo ha mai fatto riposare e forse questo alla lunga lo ha un po’ esaurito di energie non tanto fisiche che mentali, così sono giunte le giornate di squalifica che macchiano la stagione di questo fuoriclasse.
ROBINHO: 8
E’ vero avesse segnato tutte le occasioni che si è procurato a questo punto staremmo a parlare di capo cannoniere del campionato, ma Robinho corre, si procura palle, gioca e spesso quando arriva solitario di fronte alla porta il suo sguardo è così appannato che spesso sbaglia. Deve migliorare solo in questo per raggiungere le alte vette del fuoriclasse.
ALLEGRI: 9 ½
Provassero gli estimatori di Mourinhio a scrivere qualcosa su questo signore, io non ho parole!