Stamani sono a Pisa per l’edizione 2013 di Didamatica. Sono contenta di esserci anche quest’anno, perché mi ha sempre dato grande stimolo.
Vengo accolta con grande cortesia, col caffè e i pasticcini, poi vari volti noto, probabilmente incontrati ad altri convegni simili, intravedo anche il preside della Iuline, l’università online dell’Indire per i docenti che tanto apprezzo.
Giuseppe O.Longo presenta Paesaggi del post-umano. L’interazione uomo-macchina è al centro dell’attenzione: un argomento di grande attualitá che apre scenari futuristici eccezionali, alcuni dei quali hanno le radici proprio in questi anni frenetici di rivoluzione tecnologica. Proprio per questo egli conclude con una domanda: “Verso la creaturia planetaria?”. La domanda che segue fa riferimento all’ultimo libro di Pennac che riguarda il corpo.
Segue la tavola rotonda sullo stato dell’arte sulla certificazione delle competenze. La riforma Fornero richiede che le competenze siano sempre certificate, siano esse formali che informali, fino alla preparazione che si raggiunge col proprio lavoro.
Ci si domanda se queste certificazioni siano davvero utili. Ma molti altri ancora sono i perché…l’U.E. Ha cercato di arrivare a curricula europei comuni, in base a conoscenze comuni, e legandosi a 3 elementi essenziali: conoscenze, abilità e competenze, con 8 livelli, di cui il quarto è più o meno quello medio, che si può dare ad esempio al ragazzo con una maturità professionale e anche ad un dirigente di banca con una piccola filiale. In pratica da il livelli vanno dal minore, uno, fino al massimo, dieci. Riguardo alle competenze informatiche la cetificazione con la legge 92 del 16 gen. di questo anno, dice come arrivare a queste cose. Parla di diritto alla formazione permanente, si dice di dover definire una omogeneità con repertori codificati a livello nazionale, i riconoscimenti sono pubblici e uno se li può portare ovunque in Europa. Ma come inserire le competenze delle certificazionn ICT in questo contesto. La parola a Lucia Scarpitti, del Ministero del Lavoro.il lavoro è partito con la formazione professionale, con accordi per profili che si legano alle competenze, abilità, conoscenze che siano condivisi a livello europeo.
Un’altra donna prende la parola, M.Grazia Nardiello esperto Vet. Intravedo intanto P.Ravotto che si aggira con l’iPad per fare foto. Se i nostri sistemi formativi sono a canna d’organo, non è possibile che essi comunichino proprio per il curricula comune di cui si parlava. Dopo i 16 anni chi abbia o no finito le scuole entrerà in un meccanismo comune sulla base delle competenze non tanto discliplinari ma di qualità e merito. Fra due anni, chi prenderà il diploma avrà in mano qualcosa di diverso: una riforma che per ora non si vede. Per ora c’è una conoscenza confusa delle tecnologie, iovNi e adulti apprendono come possono e tutto questo va sistematizzato. Presto quindi potremo avere dei frame europei, con cetificazioni di informatica ed inglese esterne alla scuola. La questione però è anche culturale ed in particolare cosa vuol dire cultura tecnica. Ricordiamo che siamo uno dei paesi che si siedono accanto alle più grandi potenze mondiali e abbiamo trentamila italiani che non hanno neppure la licenza media.in definitiva è necessario avvicinare la filiera scolastica e quella lavorativa….
Gianni Biagi parla di un passaggio culturale perché questa nuova condizione venga assorbita. Oggi la certificazione esterna sembra vada di moda, ma ad es. Michelucci era divenuto architetto per certificazioni acquisite lungo il suo percorso professionale. Le Regioni hanno fatto un po’ da battistrada nella certificazione delle competenze, ma non tutte e quindi vanno riportate allo stesso livelli. Il problema concreto è che le cetificazioni toscane valgono in Toscana, non si vede perché non ci siano repertori stardad delle qualifiche che consentirebbero la validità di tali certificazioni oltre i confini regionali. Costruire gli standard è un secondo strumento da mettere a punto. L’obiettivo è che ogni persona in ogni momento sia in grado di farsi certificare le competenze per gli scopi della sua vita lavorativa, qualunque essi siano. La cetificazione ICT è ancora in progress. Un terzo elemento sono le reti…All’interno del discorso delle certificazioni c’è anche il mondo del lavoro, le imorese all’estero lo sono di gIà. La Toscana ha Trio, sistema di certificazioni che permette con l’Aica, di acquisire a distanza competenze informatiche.
Il successivo relatore (Scarabottolo, credo)riepiloga un po’ i temi caldi della certificazione,intesa come valore aggiunto. Come il Cepis può essere sfruttato. Il Cepis è la società delle principali società informatiche europee, con 35 membri, e raccoglie società informatiche di alto livello, compresa l’Aica per l’Italia. Cepis ha definito l’Ecdl, l’Euricp in particolare.
Patini parla di un primo elemento è la scuola che reagisce ottimamente e Occhini dell’Aica, afferma che la ricchezza del paese oggi, non sta ad es. nella produzione di acciaio, ma nella conoscenza delle competenze di una popolazione. Le competenze non sono sempre adeguate e l’Italia ne paga le spese in maniera pesante, quando sarebbe necessario un ampio piano…
Interviene Federici! Indovinate chi era il mio preside preferito…purtroppo l’iiPad fa delle foto davvero scadenti. Ribatte quanto bisogno di formazione gratuita anche a livello universitario. Parla di eMooc e di Trio:chi ha lo stipendio può prestare la sua opera di formazione fratuitamente?
Una seconda domanda riguarda l’accessibiltà:nessuno ne ha parlato, difatti…
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