Ma il discente non recepirà solo il semplice contenuto dell'istruzione, ma anche il grado di interesse e di motivazione contenuto nell'ambito dell'esposizione fatta. Proprio in relazione all'atteggiamento del docente verso il mondo, verrà riprodotta, all'interno dell'ambiente educativo, una immagine mediata della realtà esterna.
Figura 1
Nella figura 1 (a fianco) veniva riprodotto lo schema di un elementare organismo cibernetico nelle sue fasi operative di comunicazione, riproducendolo più semplicemente, come in figura 11, si può notare che le informazioni in arrivo vengono filtrate attraverso un apparato di decodifica dei dati. Ora, nel caso di un soggetto identificato come un discente, all'interno di un ambiente didattico, si aggiunge a questo apparato di decodifica un successivo filtro (figura 12). Questo filtro è costituito dal sistema docente che opera una ulteriore mediazione tra la realtà (mondo) ed il discente stesso. E' della massima importanza, in questa situazione, che il docente possieda la capacità di fornire una interpretazione obiettiva del reale.Figura 11
I limiti oggettivi alla Trasmissione della conoscenzaEsiste una differenza sostanziale, parlando di limiti alla trasmissione della conoscenza, tra quelli di tipo soggettivo e quelli di tipo oggettivo. I primi sono da intendersi come limiti determinati dall'azione stessa del soggetto che comunica, cioè dal suo modo di esporre, dalla sua adeguata o meno proprietà di linguaggio, dal suo atteggiamento verso il mondo.Figura 12
I limiti oggettivi, al contrario, hanno origine dalla natura stessa delle informazioni trasmesse, cioè dal loro grado più o meno alto di capacità di rappresentazione del reale. La discussione su questo va oltre il semplice problema del soggetto che opera la trasmissione, rivolgendosi verso la capacità stessa della scienza di poter rappresentare adeguatamente il reale. Infatti le scienze si evolvono già all'interno di un ambito in cui esiste una comunicazione costituita da simbologie rappresentanti gli oggetti reali. In questo senso possiamo affermare che l'idea che noi abbiamo di un oggetto, quale esso sia, non è altro che una rappresentazione simbolicamente mediata dell'oggetto stesso. Noi, infatti, possiamo descrivere l'oggetto, elencarne il colore, la forma, le dimensioni, ecc., ma non possiamo riprodurlo mai, esattamente, nella nostra descrizione. La nostra rappresentazione del reale, quindi, non è altro che una "mediazione simbolica" del mondo. In questo ambito la scienza manca di un fondamento a priori che sia diverso dalla mediazione stessa.