La trama (con parole mie): John McClane, arcigno poliziotto abituato ad imprese caotiche e spettacolari, vola in Russia per cercare di scoprire cos'è accaduto a suo figlio Jack, che da anni ha interrotto ogni rapporto con lui.Neanche il tempo di atterrare e cercarsi una sistemazione, ed il detective si troverà immischiato in un complicato affare spionistico che prevede il salvataggio di un supertestimone e della figlia, protetti proprio da Jack, operativo della CIA, legati ad un grosso nome del crimine fin dai tempi di Chernobyl.Ovviamente seguiranno esplosioni e sparatorie a profusione, condite da un progressivo riavvicinamento tra McClane ed il suo ugualmente casinista rampollo.
Questo post partecipa all'iniziativa del Bruce Willis Day.
Io voglio bene a Bruce Willis. Parecchio.L'ho sempre considerato un fordiano ad honorem, parte di quei casinisti solidi di cui mi considero esempio discretamente riuscito, oltre che una maschera dell'action come poche altre ce ne sono state.Ed ho sempre adorato John McClane, fin dagli ormai lontani anni ottanta e da quel "hippy ya ye" entrato nella Storia.Ma occorre proprio che lo dica: quest'ultimo capitolo di una saga alla quale avevo dedicato addirittura una retrospettiva anche qui al Saloon è davvero ed inesorabilmente brutto.Se si tolgono, infatti, la palese questione commerciale legata alla sua distribuzione ed un paio di momenti in pieno stile Bruce Willis regalati ovviamente da Bruce Willis, il resto è un'accozzaglia disorganizzata di esplosioni, sparatorie, dialoghi totalmente privi dell'ironia che ha sempre contraddistinto questa saga, una regia pessima perfino per una proposta di questo genere ed una sceneggiatura a dir poco imbarazzante - si salva, forse, soltanto il twist che precede la lotta finale - che rende la visione insolitamente pesante e noiosa, tanto da far dubitare sull'effettiva durata della pellicola.Il mezzo bicchiere che separa questa robetta dalla più selvaggia delle bocciature è soltanto il vecchio Bruce, al quale basta la manovra con il freno a mano durante il primo inseguimento per evitare il proiettile dell'RPG con il nome McClane scritto sopra per conquistare incondizionatamente il mio affetto, cementato dagli appellativi in pieno stile luogo comune da film anni ottanta rifilati ai russi di turno - da Karamazov a Nureyev - e alla battuta sul rischio della perdita dei capelli nel dialogo pre-gita a Chernobyl con il figlio.Ma resta davvero poco altro, anche e soprattutto del rapporto con quello che dovrebbe divenire il suo erede, gestito nella più telefonata delle vie possibili e certamente non aiutato da un attore - Jay Courtney, sosia del sosia di Tom Hardy che avevo già visto all'opera nella prima stagione di Spartacus - neanche per sbaglio espressivo o pane e salame come lo stesso Willis, che qualsiasi film abbia interpretato non ha mai dimenticato che parte integrante del fascino - anche nel caso dei duri - è senza dubbio frutto di una robusta dose di (auto)ironia.Si potrebbero inventare altri giri di parole per descrivere il decisamente dimenticabile lavoro di John Moore - del resto parliamo del regista di roba come Max Payne -, ma onestamente non ne ho neppure troppa voglia: sappiate soltanto che per un appassionato di tamarrate ed esplosioni e vera action in pieno eighties style come il sottoscritto è agghiacciante pensare di distrarsi deliberatamente quasi ignorando la visione neanche ci si trovasse di fronte ad una palla mortale come Lincoln dalla quale bisogna scuotersi per evitare il sopraggiungere del sonno, cosa purtroppo accaduta spesso nel corso di questa visione.Un vero peccato, soprattutto perchè McClane è stato uno dei charachters chiave del genere, e avrebbe meritato una chiusura - sempre che di chiusura si tratti - decisamente più dignitosa e divertente.Non mi resta che ricordarlo ai tempi dell'old school, quando a dirigerlo potevamo trovare gente in gamba come John McTiernan invece di registi fantoccio come il signor Moore.
MrFord
"Cuz I've seen everything that I could see
and now I can say goodbye today
with all I know
its time I said goodbye
today is a good day to die."Godsmack - "Good day to die" -