Era nato a Como, il 25 settembre 1934.
L’attività letteraria di Pontiggia è stata molto intensa (già a partire dalla sua collaborazione con la rivista d’avanguardia “Il Verri” diretta da Luciano Anceschi) nonostante il “vincolo” dei primi anni dovuto all’impegno assorbente del lavoro in banca. Da tale attività lavorativa (e dalla frustrazione che ne derivò), Pontiggia prese lo spunto per la scrittura del suo primo romanzo autobiografico “La morte in banca” (1959). Nel 1961 decise di lasciare l’impiego in banca e si dedicò all’insegnamento serale e alla letteratura.
Nonostante la prematura scomparsa, la produzione letteraria di Pontiggia è molto ricca. Ricordiamo le seguenti opere di narrativa (oltre al già citato romanzo “La morte in banca”): “L’arte della fuga“, (Adelphi, 1968 - di recente riedito da Mondadori); “Il giocatore invisibile” (1978); “Il raggio d’ombra” (1983); “La grande sera” (1989 - Premio Strega); “Vite di uomini non illustri” (1994 - Premio SuperFlaiano); “Nati due volte” (2000 - Premio Campiello e Premio Società dei Lettori Lucca-Roma); “Prima persona” (Mondadori); “Il residence delle ombre cinesi” (2003, postumo). Ricordiamo altresì che le “Opere” di Pontiggia sono pubblicate nei «Meridiani» Mondadori, a cura e con introduzione di Daniela Marcheschi.
Tra i vari riconoscimenti tributati a Pontiggia, non bisogna dimenticare il conferimento del Premio Chiara alla carriera nel 1997.
A dieci anni dalla scomparsa, nella tradizione di Letteratitudine, mi piacerebbe ricordare questo nostro scrittore con il vostro indispensabile contributo. Dedico dunque questo “spazio” alla memoria di Peppo Pontiggia, anche con l’auspicio di contribuire a far conoscere questo autore a chi non avesse ancora avuto modo di accostarsi alle sue opere.
Chiedo a tutti di contribuire lasciando un ricordo, un’impressione, una citazione, informazioni biografiche… ma anche link ad altri siti e quant’altro possa servire a ricordare Pontiggia e la sua produzione letteraria. Seguono alcune domande volte a favorire la discussione.
1. Che rapporto avete con le opere di Giuseppe Pontiggia?
2. Qual è quella che avete amato di più?
3. Qual è quella che ritenete più rappresentativa (a prescindere dalle vostre preferenze)?
4. Tra le varie “citazione” di Pontiggia di cui avete memoria (o che magari avrete modo di leggere per questa occasione)… qual è quella con cui vi sentite più in sintonia?