Coltello 1: I nomi di almeno tre autori contemporanei di genere che scrivono meglio di te e perché.
[Alessandro Berselli] Faccio fatica a definirmi uno autore di genere, in realtà spesso uso il noir come pretesto per parlare di altre cose, quindi il confronto è complicato da stabilirsi. Diciamo che ho una predilezione per gli scrittori che fanno autopsie di cervelli malati, quelli che lavorano sulle psicologie dei personaggi, piuttosto che per i noiristi tout court. Il migliore Stephen King è sicuramente un modello, così come Easton Ellis. E poi Carver, che è noir a modo suo.
Coltello 2: Il momento o l’evento che ti ha fatto pensare (per un momento) di cambiare mestiere
[AB] Quando sei davanti al foglio bianco o ti sembra di avere scritto qualcosa non all’altezza vorresti spaccare tutto. Sono quelli i momenti in cui dici ok, meglio chiudere la pratica e consegnare ai posteri solo quello che si è già fatto.. Solo che poi non ce la fai a restare senza scrivere. Le dark sides che si muovono dentro reclamano il loro biografo
Coltello 3: Quali compromessi hai dovuto accettare per motivi commerciali ?
[AB] Nessuno. Ho sempre scritto quello che ho voluto scrivere senza compromessi. Probabilmente dicono tutti così, ma nel mio caso è vero. Rimarrò puro e illibato? Chi può dirlo. Non sono ancora così sicuro della mia moralità
Coltello 4: Conta qualcosa vincere i premi letterari, aiuta a vendere?
[AB] Non lo so, alcuni sicuramente sì. Altri sono più che altro enormi segoni mentali ego riferiti che servono solo a fare curriculum. Io ne ho vinti alcuni. C’è comunque la soddisfazione a prescindere dal ritorno commerciale, quindi ben vengano. Non so se sia tutto pulito dietro le votazioni: onestamente non me ne sono mai occupato
Coltello 5: Quando non riesci a scrivere, in quale modo preferisci deprimerti e a chi telefoni
[AB] Passo ad altro. Di solito bevo vino di pessima fattura per vedere se la mia ispirazione sta tutta nell’etanolo o esiste anche un Alessandro Berselli scrittore senza alcolemia. Non telefono a nessuno. Lascio che passi
Coltello 6: Cosa pensi quando leggi le classifiche di vendita di libri nel tuo paese?
[AB] Sempre gli stessi, consigliati massivamente da riviste non specializzate. Noia. Quando vedo che la gente continua a leggere la Allende mi deprimo. Non discuto il magistero della scrittrice, ma a volte ho come l’impressione che se confronti una classifica di vendita del 2011 con una di vent’anni fa le differenza non siano poi così tante. E’ così anche nella musica, no? REM, U2. Dio santo, c’è altro, non sclerotizziamoci sempre e solo sulle vecchie glorie
Coltello 7: Cosa rimproveri all’editoria italiana, quali sono i suoi limiti?
[AB] Forse questo, troppo chiusa sugli stessi nomi, anche se in realtà trovo la media editoria abbastanza vivace. Non leggo molti italiani però, preferisco altre letterature. Mi sembra più drammatica la situazione di chi legge rispetto a quella di chi scrive e pubblica, però
Coltello 8: Quante volte e perchè hai rifiutato di partecipare a un progetto no profit?
[AB] Non mi è mai successo. In linea teorica diciamo che rifiuterei un progetto con intenzioni non chiare, o legate a dare vantaggi a qualcuno che non li merita. Sto facendo solo speculazioni ipotetiche, in realtà non è mai capitato
Coltello 9: La prima cosa che hai fatto dopo la firma di un importante contratto editoriale
[AB] Cena e vino. Dopo ogni contratto di pubblicazione. Dio mio, come sono prevedibile
Coltello 10: Domanda finale: a chi (o cosa) lanceresti un coltello?
[AB] Contro la politica senza esclusioni di schieramenti. Completamente da rifondare, si parla ancora di ideologie mentre in realtà sono solo fazioni opposte, tifoserie. La destra mi fa vomitare, la sinistra è una manica di inetti chiusi nella loro nomenclatura. Anche loro gli stessi di vent’anni fa
Grazie a Alessandro, che grazie alla sua nota ironia si è ben protetto dai dieci coltelli e da qualche amarezza.
Profilo dell'ospite
Alessandro Berselli inizia a scrivere nel 1991, affascinato tanto da Stephen King quanto da Bret Easton Ellis. Dopo un iniziale approccio umoristico, si dedica completamente alle scritture nere. Nel 2005 esce il suo primo libro Storie d’amore di morte e di follia (Arpanet), a cui seguiranno Io non sono come voi (Pendragon, 2007) e il romanzo Cattivo (Perdisa Pop, 2009). Non fare la cosa giusta (Perdisa Pop 2010) è il suo ultimo romanzo. Il suo Sito WebIl LibroNon fare la cosa giusta (Perdisa Pop) Non ho mai tradito tua madre. Non che non ci abbia mai pensato, non sono mica un santo. È solo che alla fine ho sempre fatto prevalere il senso di responsabilità. L'etica della famiglia, se così la vogliamo chiamare. Rileggo la frase. Senso di responsabilità, etica della famiglia . Sono ridicolo,ho appena iniziato a scriverti e già me la sto raccontando. ne prendo atto. Ricomincio da capo. Non ho mai tradito tua madre. Avrei voluto, solo che non l'ho mai fatto. Ho sempre avuto paura. Paura di essere scoperto, di non riuscire a farla franca. Non sono bravo a mentire, Erica, e tua madre è troppo furba per non accorgersene. È per questo che non l'ho mai tradita.
Claudio Roveri è un informatore medico scientifico. Conduce una vita di apparenze. Apparentemente è un professionista affermato, ha una famiglia felice, nessun motivo, per non sentirsi soddisfatto, in realtà le cose non vanno così bene. Roveri cova il disagio. Odia Bologna, che è diventata una città così diversa da come se la ricordava. Negri, punkabbestia e zingari ai semafori, e quella sensazione di degrado che ha ogni volta che cammina per il centro. Roveri odia, ma non fa nulla. Si rifugia nella famiglia, negli amici di sempre, nel lavoro. Fino a quando reagisce, assecondando la sua vera natura. Una sera durante un rapporto sessuale con una giovane dottoressa conosciuta per lavoro, sente suonare il cellualre, ma non risponde. A chiamare è sua figlia, in cerca di aiuto. La vita di Claudio Roveri, da quel momento in poi, cambierà una volta per sempre