2009: Dieci inverni di Valerio Mieli
Presentato al Festival di Venezia del 2009 (edizione 66), è stato unanimemente accolto positivamente da parte della critica:
“Tono deciso, finezza di tocco, atmosfera un po’ fuori dal mondo e dal tempo, capacità di portare avanti una storia dove non accade quasi nulla” (Repubblica), “…un film pensato, realizzato con cura, ben interpretato, studiato nella combinazione produttiva: storia d’amore originale e intelligente” (L’Espresso”, “Toccante e non retorico” (Il Corriere della Sera), “…una commedia sentimentale che, più che italiana, sembra francese grazie a una sceneggiatura quasi perfetta e a due attori magnifici che si portano sulle spalle il film” (Ciak).
Uno spaccato di vita reale, con le sue contraddizioni e le sue ambiguità, in cui più di uno spettatore potrà riconoscersi. Un sincero ritratto di una gioventù che lentamente matura e prende coscienza del proprio essere. L’abilità del regista è proprio nel far apparire tutto naturale e non artificioso (anche perché “non ci sono «eroi», nessuno ha torto o ragione. I due ragazzi sono a tratti antipatici, sgradevoli, confusi. Con la naturalezza, a volte surreale, che appartiene alla vita” scrive Cristina Piccino su Il Manifesto).
Formalmente impeccabile, Dieci inverni è un film anomalo per la nostra cinematografia che tende a banalizzare una cosa seria come l’amore, a sollecitare il cattivo gusto, a inchinarsi alla impazienza e alla superficialità di parte del pubblico. Un’opera tenera e delicata, dalle mille sfumature, che vede la prestazione di due straordinari attori, Isabella Ragonese e Michele Riondino, massimamente convincenti e accattivanti.
Un lavoro che coinvolge e che fa sperare sulle sorti del nostro cinema.
p.s.
Il punto di partenza del film è stato il saggio di regia al centro sperimentale che Valerio Mieli ha scritto (finalista al Premio Solinas 2007).
scheda, premi e riconoscimenti
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