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Dietro le quinte del mondo digitale: il racconto di Antonio Zanda

Creato il 10 febbraio 2016 da Alessandro Ligas @TTecnologico

L’office manager, una figura che garantisce l’efficienza dell’incubatore e supporta le aziende in tutti i loro bisogni relativi alla loro permanenza lì.

di Alessandro Ligas

Leggiamo spesso di startup e di startuppari, le loro storie, le loro idee i loro successi, le loro difficoltà e così via. Ma raramente ci soffermiamo a capire chi li aiuta. Non soltanto gli esperti, i guru, che li guidano a trovare il giusto modello di business per la loro azienda, ma anche chi operativamente, all’interno degli incubatori, gli aiuta nella quotidianità.

Antonio Zanda, classe 1982, laurea in Legge presso l’Università degli Studi di Cagliari, Master in Comunicazione d’azienda presso l’Università Ca Foscari di Venezia tramite il programma Master and Back della Regione Sardegna e una pratica forense alla spalle.

L’abbiamo incontrato e ci ha raccontato la sua esperienza all’interno di una realtà tecnologica come Net Value.

Di cosa ti sei occupato all’interno dell’incubatore?
Ho iniziato in The Net Value, incubatore di imprese digitali in fase di start up, nel febbraio 2011 tramite uno stage di circa sei mesi e poco dopo essere rientrato in Sardegna da Venezia, dove avevo frequentato un master in Comunicazione aziendale.

Dopo il tirocinio sono stato assunto mediante il programma Master and Back promosso dalla Regione Sardegna e sono rimasto in azienda per un totale di quattro anni.

All’interno dell’azienda ho ricoperto il ruolo di office manager. In poche parole ero il responsabile operativo della struttura, che con il tempo è arrivata ad ospitare circa 80 persone e una ventina di azienda nello stesso momento. Questo comportava che fosse necessaria la presenza di una figura che garantisse l’efficienza dell’incubatore e supportasse le aziende in tutti i loro bisogni relativi alla loro permanenza lì. Lo scopo di quel ruolo è permettere alle start up e ai loro componenti di poter dedicarsi allo sviluppo del prodotto e dell’azienda senza aver alcuna distrazione e problema di carattere pratico.

Inoltre, ho ricoperto il ruolo di responsabile amministrativo della The Net Value e in questo ruolo ho avuto visione di tutte le attività amministrative, supportato la proprietà e gestito i clienti.

Posso dire di aver svolto un ruolo a 360 ° in tutte le principali attività aziendali.

Quando si parla di innovazione generalmente lo si fa dal punto di vista delle start up o degli investitori, puoi raccontarci l’incubatore?
Un incubatore vive l’innovazione come se fosse una sorta di regista se vogliamo. Questo ruolo permette a questo genere di struttura di avere una visione privilegiata sul settore e sulle principali problematiche ed evoluzioni legate al sistema digitale. Avendo una visione d’insieme, può dare un contributo a 360 ° alla crescita del settore.

Un incubatore vive l’innovazione in termini di supporto, accompagnamento e consulenza alle aziende digitali. In questo modo agisce per cogliere i problemi insiti in ogni percorso innovativo intrapreso da una start up e cerca di colmarli con le sue competenze e i suoi professionisti.

Cosa è stato per te lavorare in un incubatore
E’ stata una palestra non solo per le start up e gli imprenditori che ci lavorano, ma è stata una palestra professionale anche per me. Essendo un’azienda di consulenza, ho avuto modo di vedere diverse cose (aspetti legali e amministrativi di impresa, comunicazione e marketing, consulenza, organizzazione eventi).

Questo mi ha permesso da una parte di svolgere un percorso professionale particolare, ma allo stesso tempo di costruirmi un profilo professionale di base completo.

Difficoltà?
I primi anni le difficoltà sono state tante. Era la mia prima esperienza lavorativa e sono stato lanciato in una serie di attività fin dai primi giorni. Per una persona alle prime armi non è facile dover affrontare tante attività, certe volte anche complesse. Alla fine però il buttarmi senza tanti convenevoli sul lavoro è stato il modo migliore per imparare.

Dal tuo punto di vista chi sono gli startuppari?
Persone che hanno fatto della creazione di progetti innovativi una vera e propria professione. E passano da un progetto o start il innovativa all’altra. Creatane una e avviata, escono dalla società per buttarsi anima e corpo sul prossimo progetto

Avendo visto diverse realtà, cosa pensi di suggerire a chi vuol fare impresa nell’ambito digitale
Principalmente di proporsi ad un incubatore e ad un Vc con un prodotto realizzato (anche se di base) , testato sul mercato e con dei clienti di base. In questo modo potrai proporti con un’idea completa e realizzata, con dei dati e dei risultati. Prima di chiedere un supporto operativo ed economico ad altri soggetti, occorre metterci la faccia.

Che difficoltà incontrano gli startuppari nel realizzare il loro progetto? Come aiutai a risolverli?
Ho avuto modo di vedere che in diversi casi gli startupper riscontrano una carenza in termini di competenze manageriali e commerciali e hanno difficoltà nel reperire i fondi. Magari sono molto bravi sullo sviluppo del loro prodotto, nella programmazione e in generale in quella che è la loro professionalità di base, ma poi gli manca (giustamente essendo giovani imprenditori) quella serie di esperienze e competenze necessarie per sviluppare un’attività di impresa.

Naturalmente c’è anche un’assenza di informazioni chiare su il come, il dove iniziare. Spesso molti non sanno a chi rivolgersi per lanciare la propria iniziativa e si ricostruiscono con difficoltà un quadro completo su come creare un’iniziativa imprenditoriale.

Quali sono le tre principali azioni che dovrebbero attuare le istituzioni per supportare lo sviluppo di un ambiente dell’innovazione fertile?
Riduzione degli oneri fiscali e burocratici, in particolare modo per le giovani imprese. Un’impresa agli inizi ha alla fine gli stessi oneri economici e burocratici di un’impresa tradizionale e che è presente sul mercato da anni. Questo strangola qualsiasi iniziativa sul nascere. Occorre permette agli startupper di poter creare liberamente attività di impresa e permettere loro di tenere i propri guadagni in azienda per poter fare investimenti.

Cosa vuol dire per te innovare?
Risolvere in maniera differente problemi quotidiani o comunque di base ed essenziali per quel mercato di riferimento.

Progetti per il futuro?
Ad aprile ho terminato la mia esperienza in The Net Value. Nel giro di qualche mese partirò a Milano dove inizierò un nuovo percorso professionale sempre nel contesto digitale.

In bocca al lupo!!


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