dietrologia spiccia: dillo con un dono

Da Gynepraio @valeria_fiore

Siamo stufi dei doni che parlano di noi; siamo stufi degli altri che parlano (male) di noi, se ci presentiamo con un dono di cattivo gusto. Vogliamo regali che parlino PER NOI e che ci risparmino la fatica di pronunciare a voce alta discorsi complessi, parole difficili, richieste pretenziose.

I VINILI. I vinili, salvo quelli da collezione, costano poco. C’è un mercatino vintage ad ogni angolo della strada. Vostra madre ne avrà milioni. Sono belli, si possono ascoltare, esporre, incorniciare. Fanno chic. Dicono cose.

Ad esempio questo, che ho regalato ad una certa persona a Natale dell’anno scorso, cosa voleva dire? “Ti amo”? No. Voleva dire “Sono confusa per questa storia agli inizi, sei una persona difficile ed io più di te, oggi ho la sensazione di adorarti ma domani probabilmente vorrò cavarti gli occhi con la spazzolina del mascara. Resta il fatto che dobbiamo viverci la cosa, quindi ti propongo di fare tantissimo sesso, ansimarci nelle orecchie, rotolarci come scimpanzè in amore finché non capiamo bene il da farsi. Per aiutarti a immedesimarti in Serge Gainsbourg, mi faccio anche la frangia come Jane Birkin. Se non sai cosa regalarmi per Natale che è giusto domani, prova con una Birkin.”

Oppure con questo, regalatogli per il compleanno? Cosa volevo dirgli? “Ti amo”? No. Intendevo “Pezzo di idiota di 90kg, tutto ci rema contro e se non sei pronto ad affrontare le mille fatiche che affliggeranno la nostra vita a due, visto che -ribadisco- tu hai un pessimo carattere ed io persino peggio, ti lascerai sfuggire di mano la cosa più bella del mondo, e presumibilmente ti ritroverai a camminare per la Galizia piangere davanti a una pista di pattinaggio solo come un cane con le vesciche ai piedi i geloni alle mani e lo strazio nel cuore. Se non sai cosa regalarmi per il mio compleanno che è giusto domani, due biglietti aerei per NY vanno bene”.

E con questo, comprato a Newcastle durante l’ultimo viaggio? Volevo forse dirgli “ti amo”? No. Volevo dirgli “Tesoro, il fatto che ci stiamo inspiegabilmente riavvicinando  e che io trasudi amore da tutti i pori non ti deve far pensare che non abbia pronto un piano B, nel caso disgraziato in cui tu te ne andassi nuovamente. Sono il capo, sono padrona della situazione, ma se stai valutando di lasciarmi ti conviene comprarti le mutande di lana fino alle caviglie perché ti sbatto fuori di casa a calci in culo nel cuore della notte e ti lascio a morire nella neve che certamente non mancherà di scendere entro Natale.

Questa, invece, sarà la mia scelta per Natale 2014, sempre che ci si arrivi senza sacrificare un altro servizio di piatti. Secondo voi, intendo dirgli forse “ti amo”? No. Intendo dirgli “Caro, visto che ormai ci conosciamo sarebbe molto carino se mi permettessi di rilassarmi un attimo. Insomma, se invece di pretendere sempre che io sia forte/femminile, assertiva/remissiva, intelligente/finta tonta, elegante/semplice, indipendente/tenera secondo le tue necessità, mi lasciassi la possibilità di essere me stessa senza dovermi troppo preoccupare delle conseguenze, ivi compresa qualche deroga sulla depilazione. Se non sai cosa regalarmi a Natale, potresti portarmi in un Paese caldo durante le vacanze di Pasqua.”

Seppur lampanti, trovate che questi messaggi non siano chiari? Ci sono dei destinatari non abbastanza acuti da capirli? Forse, i vostri destinatari sono un po’ ottusi. Se invece ci tenete proprio, vengono in vostro aiuto gli integratori alimentari.

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