"Non abbiamo scelto di essere Poliziotti per arricchirci. Non lo facciamo per il potere. Non lo facciamo per alcun tipo di convenienza. Non riceviamo molti grazie, ma fin troppe offese. Poche strette di mano e fin troppe botte. L'onore, la lealtà, la convinzione con cui crediamo in certi principi sono la cosa più importante per noi, sono il motore, la spinta propulsiva che ci fa spendere un'intera vita al servizio degli altri, dello Stato. Colpire ingiustificatamente quel motore significa mettere in discussione ciò che siamo, la fede che ci anima. Significa attentare all'anima che vive nel Corpo della Polizia di Stato. Ecco perché è nostro preciso dovere, quali rappresentanti di migliaia di Poliziotti italiani, spenderci in ogni modo ed in ogni sede per tutelare quell'onore e quella lealtà quando si attenta ad essi colpendo uno di noi. Oggi abbiamo ancora una volta assolto a questo compito, grazie alla mirabile professionalità dell'avvocato Eugenio Pini che è riuscito ad ottenere in sede giudiziaria il riconoscimento formale di questa nostra legittimazione ad intervenire quando un Appartenente alla Polizia si ritiene danneggiato, indipendentemente dal fatto che sia o meno un nostro iscritto".
Con queste parole Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp annuncia l'ammissione della costituzione di parte civile del Sindacato Indipendente di Polizia pronunciata oggi a Milano dal Giudice dell'udienza preliminare nell'ambito del procedimento a carico di Roberto Napoletano e Marco Ludovico, Direttore e Giornalista del Sole 24Ore, rinviati a giudizio per diffamazione pluriaggravata ai danni del Prefetto Nicola Izzo. Il 4 maggio prossimo avrà inizio il processo per i due imputati, denunciati dallo stesso Izzo per via dei servizi di stampa relativi all'inchiesta sugli appalti per la costruzione del Centro elaborazione dati della Polizia a Napoli che aveva coinvolto lo stesso Prefetto, allora Vice Capo Vicario della Polizia, ed altri indagati, e che si è poi conclusa con un'archiviazione per tutti. Secondo le accuse formulate dalla Procura, gli imputati si sarebbero resi responsabili di diffamazione a mezzo stampa ai danni di Izzo, inoltre aggravata per l'attribuzione al Prefetto di un preciso fatto poi dimostratosi infondato, e per l'essere la persona offesa un organo dello Stato.
Da ciò anche la richiesta di costituzione di parte civile del Coisp che, quale Ente esponenziale che rappresenta cioè diversi lavoratori, si è visto riconoscere il diritto di intervenire rispetto alla presunta lesione dell'interesse collettivo a non veder danneggiato l'onore e la reputazione dell'intero Corpo di Polizia. Ma di più: l'Avv.to Eugenio Pini ha basato la propria discussione anche su un secondo profilo di legittimazione a costituirsi del Sindacato, rappresentato dall'asserita violazione degli scopi statutari del Coisp, ed in particolare delle finalità previste dall'art. 2 lettere b) ed e) relative alla tutela dell'etica professionale, all'esaltazione della professionalità tra gli Operatori della Polizia di Stato, la trasparenza del loro operato.
Argomentazioni evidentemente condivise dal Gup che ha ammesso il Coisp a costituirsi in questo procedimento; mentre una medesima richiesta sarà avanzata nel processo a carico di Ferruccio De Bortoli e Fiorenza Sarzanini, Direttore e Giornalista del Corriere della Sera, pure rinviati a giudizio oggi con le stesse accuse nell'ambito di un separato procedimento. Il processo a loro carico avrà inizio il 10 aprile, ed in quella sede il Coisp - che oggi non ha potuto partecipare all'udienza - presenterà la propria richiesta di costituzione di parte civile.
"Siamo estremamente soddisfatti di poter formalmente intervenire in sede giudiziaria a difesa di interessi talmente alti ed importanti - conclude Maccari -, grazie al magistrale operato di un avvocato che non si è risparmiato per assisterci nella maniera migliore. E anche se sappiamo che non esiste risarcimento possibile del danno che si arreca ad un Rappresentante dello Stato quando viene messa ingiustamente in discussione la sua correttezza, mirando così nettamente al cuore che sta sempre dentro ad una divisa, riteniamo tuttavia che sia estremamente importante dimostrare in ogni modo, al di là dei consueti vuoti attestati di solidarietà e di vicinanza, che chi si batte concretamente per la difesa dei Servitori dello Stato, e con essi dell'immagine di chi quello Stato difende, c'è!".