.::: Colei che la mia vita ama più di sè stessa:::.
Il zen del gatto
Zorro è un gatto berlinese, tigrato, sornione e furbo, ammaliante come solo una piccola tigre casalinga può essere. Si divide tra la strada e il condominio dalle porte rosse, arancioni e gialle che lo ha eletto ospite d’onore.
Dicono che abbia un padrone, porta una medaglietta con su scritto nome e indirizzo, ma non illudetevi, Zorro appartiene solo a se stesso e illude tutti col suo fare ora diffidente ora affettuoso.
Zorro non conosce lamentele nè disperazione, non si preoccupa se trova un uscio chiuso, perché sa che davanti alle sue fusa e al suo guardare fiero altre mille porte si apriranno.
Zorro non ha legami, resta silenzioso nel suo angolo, ma pur sempre in agguato; Zorro non si preoccupa, agisce.
Zorro non pretende, non domanda, non scodinzola; è un felino, è altezzoso, ha bisogno solo di uno sguardo con i suoi occhi a biglia.
Zorro ama le piccole cose, una mosca può diventare il suo diletto, orecchio teso, movimenti pronti, pazienza infinita.
La sua ciotola non è mai troppo piena o troppo vuota, Zorro attende, sa che sarà soddisfatto, perché lui è il Gatto e sa di esserlo.
Zorro, il nostro maestro zen peloso e striato, lui che non vuol farsi accettare per forza, lui che tiene il mondo sotto i cuscinetti, ci insegna che la cosa più importante è esserci e basta, che non bisognerebbe viver meglio ma semplicemente viver bene.
D’altronde, basta una “scrollata di coda”.
LUDOVICA SCARPA, “LO ZEN DEL GATTO”, PONTE ALLE GRAZIE 2010
Giudizio: 3 / 5 – Piacevole