DIGIBU per diventare editore di te stesso

Creato il 01 luglio 2011 da Scrid

Per convincerci dell’efficacia della sua start-up Paolo Carlo Borgonovo, ci riporta l’esempio di John Locke, il primo tra gli autori di Amazon ad aver raggiunto il milione di copie vendute con un ebook autopubblicato.

Il concetto è: se può farcela un ex assicuratore, allora, anche tu puoi finalmente diventare editore di te stesso.

Mi piace definire l’avvento dell’ebook come una rivoluzione “cambriana” nel mondo dell’editoria, o una sorta di perestrojka che apre ufficialmente la stagione del self-publishing: fenomeno affascinante, che ha già visto protagonisti notevoli negli Stati Uniti (penso a John Locke, che ha raggiunto il milione di copie vendute del suo ebook, destando persino l’interesse di Holliwood).

Fatta questa premessa, per continuare ad approfondire la nostra conoscenza, chiariamo fin da subito cosa non è DIGIBU:

Il nostro servizio non è propriamente di print on demand, in quanto noi realizziamo ebook che l’autore può vendere presso il nostro store virtuale al prezzo che desidera: nulla viene quindi stampato, ma scaricato e letto su ereader elettronici.
La novità, per quanto ci riguarda, sta nel fatto che il nostro servizio è dedicato non solo alla narrativa, ma anche agli articoli giornalistici, agli appunti universitari, alle ricette culinarie, alle poesie, insomma ad ogni contenuto scritto che un soggetto decida di voler vendere, anche se formato da una sola pagina e venduto al costo di un euro.

Adesso finalmente possiamo rivolgere anche alla squadra di DIGIBU le nostre domande di rito sul self-publishing.
Perché un autore dovrebbe scegliere di affidarsi ai vostri servizi?

Perché scegliere noi? DIGIBU non è ancora un soggetto economico, siamo ancora una start-up e questo ci consente di proporre quella che noi riteniamo sia l’offerta migliore nel panorama della giovane editoria digitale italiana.
Per esperienza personale, so che ad un autore esordiente che decida di pubblicare un libro cartaceo, l’editore offre intorno al 10% del prezzo di copertina su ogni copia venduta, per coprire le spese di stampa, distribuzione e marketing; con DIGIBU è esattamente il contrario: siamo noi a trattenere soltanto il 10%, il resto è per l’autore, escluse ovviamente le tasse. Inoltre, il nostro servizio è basato sulla versatilità: i nostri autori hanno la possibilità di integrare, modificare, aggiungere immagini o contenuti ipertestuali, o il prezzo, anche in un momento successivo alla messa in vendita del loro ebook nel DIGIBU-store. Diamo inoltre la possibilità di pubblicare periodicamente un contenuto; mi spiego con un esempio: se un autore vuole pubblicare e vendere una raccolta di ricette di cucina, avrà in seguito la possibilità di aggiungere altre ricette al suo ebook ogni volta che lo vorrà, eventualmente pubblicando la isponibilità di nuovi aggiornamenti in una nostra pagina dedicata.

Quali sono nel dettaglio i servizi da voi offerti agli scrittori?

DIGIBU nasce come laboratorio dove diverse persone, accomunate dalla passione per la lettura e per le nuove tecnologie, stanno realizzando un esperimento che a noi piace chiamare “Microeditoria”. La definizione di questo termine racchiude il concetto che esprime il tipo di servizi che offriamo. Finora l’idea di poter vendere un singolo articolo, un singolo saggio, una singola poesia, gli appunti di una lezione universitaria o, perché no, una ricetta di cucina, era verosimilmente irrealizzabile: il costo di produzione e di distribuzione di un testo cartaceo, costituito da poche pagine, non avrebbe mai potuto garantire margini di guadagno, sia per l’autore che per l’editore. Ma ora il vento è cambiato: faccio spesso riferimento all’esperienza I-tunes di Apple, dalla quale ho tratto un insegnamento prezioso: molti dei contenuti che ho citato sopra sono disponibili gratuitamente in rete, ma lo sono anche canzoni, mp3, film, applicazioni e software, che vengono comunque acquistati quotidianamente in quantità esorbitanti a prezzi compresi tra uno e cinque euro (è dell’anno scorso il traguardo della miliardesima applicazione scaricata dall’App-store di Apple.) Questo significa che se un prodotto è ben realizzato e venduto ad un prezzo equo, il fruitore finale è disposto ad acquistarlo. La nostra scommessa è che lo stesso possa avvenire per qualunque genere di contenuto scritto, anche composto da una sola pagina (Microeditoria, appunto.)
Ma forse sto divagando, cerco di tornare sui binari della domanda, entrando nel dettaglio della nostra offerta: in questa fase di lancio, realizziamo gratuitamente il primo ebook che l’autore ci invia e lo inseriamo da subito nel DIGIBU-store; mentre per i successivi applichiamo un costo di 30 centesimi di euro a pagina. Ho già parlato della nostra percentuale che si aggira intorno al 10% del prezzo di copertina, liberamente stabilito dall’autore. Tengo a precisare che il servizio offerto da DIGIBU è puramente di distribuzione, ciò significa che dietro esplicita richiesta da parte dell’autore, potrà cessare in ogni momento e noi non vanteremo alcun diritto editoriale sul materiale fornito. Per esempio, se l’autore dovesse ricevere ed accettare una proposta editoriale da parte di un editore, DIGIBU sarebbe parte estranea a tale contratto e nulla vanterebbe in tal senso.

Come vi ponete rispetto al settore sempre più emergente dei dispositivi mobili?

Rispondo a questa domanda con un’altra domanda: è nato prima l’ebook o l’ereader? Credo che anche gli addetti al settore troverebbero difficoltà a rispondere, e questo è indice di una cosa: l’ebook è fatto per il “dispositivo mobile” ; uso questa espressione in senso allargato, includendo qualunque tablet PC, ereader, e persino
smart-phone
, ormai perfettamente in grado di archiviare ebook e renderli disponibili per la lettura. Essendo noi appassionati di lettura e di tecnologia, il nostro rapporto con i device mobili non può che essere positivo; l’importante è che l’ebook, ovvero il software, sia realizzato a regola d’arte e con la maggior cura possibile per i dettagli, tutto ciò al fine di rendere l’esperienza di lettura di un libro elettronico il più simile possibile alla lettura di un libro tradizionale. È importante non dimenticare che la lettura di un ebook è pur sempre lettura: un momento intimo, in cui il lettore si immedesima nella storia che sta leggendo, quindi il dispositivo tecnologico che ha in mano deve avere una presenza discreta, fino a scomparire per lasciare soltanto il puro piacere della lettura.
La prima volta che ho letto un ebook su I-pad, era un romanzo di Ken Follett; durante le prime pagine, notavo di non riuscire ad associare il fatto che stessi eggendo con l’oggetto che avevo in mano: era come se il mio inconscio non riconoscesse la “struttura-libro” e quindi facevo fatica a concentrarmi. Dopo qualche pagina ero talmente rapito dalla lettura, che nulla mi importava del supporto che avevo in mano: il feeling era scattato naturalmente e ora alterno più o meno un ebook ad ogni libro cartaceo che leggo.


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