Digitale... un altro punto di vista
Creato il 04 febbraio 2012 da Narratore
@Narratore74
Una breve premessa:
questo post nasce grazie ad una conversazione avuta con un caro amico che
presto avrete modo di conoscere in altri lidi. Non è tutta farina del mio
sacco, anche se in parte si tratta di ragionamenti che mi pongo ormai troppo
spesso, e voglio ringraziarlo per avere la capacità di farmi vedere le cose da
ottiche diverse e di sapermi mettere in discussione, sempre nel buonsenso e nel
rispetto reciproco.
Grazie Mick!
Qualche giorno fa ho
pubblicato un articolo in cui trattavo il problema (sì, perché è un fottuto
problema) della guerra fra cartaceo e ebook. Il post in questione ha raggiunto
livelli impensati, diventando in solo una settimana il post più visitato di questo
blog.
Allora, visto che le
visite e il gradimento di chi legge è quello che in fondo conta davvero, voglio
riprendere quel discorso. Però da un diverso punto di vista…
Partendo dal
presupposto che, chiunque abbia ragione, non è questo il punto, vorrei spendere
un paio di parole sul mondo digitale.
La nostra era è
considerata dai molti la più prolifica a livello tecnologico, e i risultati li
vediamo ogni giorno: telefoni cellulari, tablet, pc che ormai fanno di tutto e
di più. Scarichiamo film dalla rete come fossero bigliettini pescati dalla
cesta, senza considerare la musica che grazie ai formati digitali ha subito un
processo di divulgazione incredibile e, credo, ormai difficilmente arginabile.
Ok, siamo un popolo
di geni, di architetti elettronici, che si diverte a giocare con le regole del
mondo e piegarle al proprio volere…
Piegarle?
Siamo davvero
sicuri?
Io penso che anche
se non ce ne rendiamo conto, siamo schiavi, succubi di un progresso che non ci
appartiene. Tanto per citare un film molto famoso, "Le macchine domineranno…".
Abbiamo una soglia
di progresso inarrestabile, che ogni giorno sforna nuovi e simpatici giocattoli
con cui concupire le menti assoggettate dei più, rinchiudendoli dentro un mondo
fittizio fatto di pixel e processori. Ma quanto controllo abbiamo su tutto questo?
Saremmo in grado di sopravvivere senza?
Vedo persone drogate
di facebook, twittare come pazzi credendo che quello sia l'unico modo giusto di
vivere. Ormai non si scrivono più lettere, si mandano sms, abbreviati, scritti
in una lingua contorta e oscena, e mi chiedo, perché?
È vero, abbiamo hard
disk sempre più grandi, sempre più ricolmi di ogni genere di file, senza però
porci un problema fondamentale: come salvaguardare tutte queste informazioni?
Dipendiamo dalla
corrente elettrica, per tutto ormai, e senza non avremmo più nulla. Questo non
è progresso, anzi. Siamo di fronte alla più grande e immensa beffa che l'essere
umano poteva crearsi. Un vincolo che non può durare, non con la mentalità che pervade
tutti. È come dare una bomba atomica ad un ragazzino di dieci anni: l'unica
cosa che potrà fare sarà usarla male. Molto male…
È vero, difendo
l'ebook e tutto quello che comporta. Però dall'altro lato mi rendo conto che se
si facesse affidamento solo su quello, sarebbe un errore madornale perché non
abbiamo la capacità di preservare il digitale, non come potremmo fare con i
libri di carta, anche quelli peraltro ormai con una durata vitale troppo breve,
e se accadesse qualcosa d'irreparabile ci ritroveremmo tutti col culo per
terra.
Non parlo solo della
narrativa, di quel mondo di storie che tanto ci piace leggere. Quello che mi
preoccupa sono le conoscenze, i traguardi che abbiamo raggiunto nella
comprensione di ciò che ci circonda. Quanti di voi sanno riconoscere un albero
da un altro? Quanti sanno come si coltiva una pianta di pomodori?
Ora, non voglio
certo fare il moralista. Anzi, sono il primo ad inserirmi in questa lista,
visto che con la tecnologia ci vado a braccetto, ne sono attratto e ormai farei
fatica a immaginarmi senza una consolle o un cellulare. Ma sono anche in grado
di godermi un bosco, di saper, seppur poco e in maniera approssimativa,
riconoscere una pianta e di come, nel caso sia commestibile, cucinarla e usarla
per sostenermi.
Siamo sfasati con
il mondo reale, crediamo di aver conquistato molto, e per certi versi è anche
vero, ma non è tutto oro ciò che luccica. Non possiamo permetterci la superbia
di dire "va bene così" perché non è vero, non va bene. Sì, abbiamo fatto
tanto, ma è come se avessimo dimenticato un pezzo da qualche parte. Ci
ritroviamo con un giocattolo bellissimo, che potrebbe darci tanto, ma non
abbiamo le istruzioni per usarlo nel modo giusto. E questo, scusatemi, non può
essere accettato e basta. Non si deve rimanere nella convinzione in cui, visto
che abbiamo inventato il cellulare, ci si debba fermare a quello.
Bisogna
equilibrarsi, capendo come usare il cellulare, oltre che ad inviare messaggini.
l'umanità dovrebbe rendersi conto di quello che ha tra le mani e ragionare di
conseguenza.
Non serve a nulla
costruire processori o intelligenze artificiali sempre più complesse o
progredite, se poi non abbiamo gli strumenti per preservarle e portarle con noi
nel cammino che ci troviamo a percorrere.
Se le cose
rimanessero così, a questo stadio, allora è tempo perso, sprecato in semplici
passatempi che appena creati sono già destinati a finire.
L'evoluzione non è
questo.
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