“Dillo alla neve” è un racconto della bravissima Valentina C. Brin, autrice di “Obsession” un romanzo storico molto interessante. Quando qualche giorno fa mi ha contattata parlandomi del suo nuovo lavoro non ho potuto far altro che gioire e immergermi nella lettura di questa storia innevata, incredibilmente sexy e assolutamente troppo breve.
L'uomo che Clara trova svenuto sotto la neve è un autentico mistero: ha una barba da vichingo, occhi di ghiaccio e nessun ricordo sulla propria identità. Quando la ragazza gli apre la porta di casa per soccorrerlo non sospetta che menta, ma ben presto la realtà diventa innegabile: lo sconosciuto è lì per lei. Vuole qualcosa. Qualcosa che ha a che fare con quell'identità che dice di non ricordare, qualcosa che lo porta a cercare il calore di Clara. Il suo tocco. Un tocco che può ucciderlo.
La sensazione di queste giornate di festa è quella di non aver tempo per nulla. Correre da un punto all’altro per risolvere incombenze, preparare cibo, mangiare e festeggiare, e allora per chi non riesce a rinunciare al piacere della lettura, viene in soccorso questo piccolissimo racconto. Un fiocco di neve ghiacciato, che si scioglie in un respiro estasiato. È Clara la protagonista del racconto che narra in maniera concitata il suo incontro con un vichingo. Un uomo imponente, incredibilmente affascinato, svenuto sotto l’acqua ghiacciata che scivola già dal cielo. Nonostante la paura che deriva dall’accogliere in casa un perfetto sconosciuto, Clara sente che l’uomo ha qualcosa di conosciuto, un vago senso di familiarità che le attanaglia le viscere. Non sa in effetti come spiegarsi il turbinio di emozioni che la investe ogni volta che l’uomo si avvicina, ogni volta che incontra i suoi occhi di ghiaccio. Clara è sicura di sé, ma anche spaventata all’idea del pericolo che potrebbe investirla, e contro cui inconsciamente si è gettata. La Brin tratteggia sapientemente un incontro, una conoscenza, lo svelamento di un mistero che cade lento, avvolgente, come una coperta durante una nevicata. Tra la passione travolgente, descrizioni e avvicinamenti, Clara deve gettarsi nei suoi ricordi, alla ricerca di una spiegazione che è sempre stata a portata di mano.
L’ambientazione, quella dell’appartamento di Clara è del tutto generica, rendendo la storia ancora più sovrannaturale, come se, mancasse di contorni vividi, sfumata, inconsistente e tale quindi da essere ancora più incisiva. La scrittura della Brin è pacata e coinvolgente, ci si perde dietro il corpo flessuoso del vichingo e la sua ritrosia a scoprirsi.
Il particolare da non dimenticare? Della brina…
Un racconto dal profumo d’inverno, una brezza gelida e una sferzata di speranza e calore, le tinte paranormali si uniscono a quelle della romance. Malinconico e intenso da leggere tutto d’un fiato.
Buona lettura guys!
Ringrazio immensamente Valentina C. Brin per avermi regalato la bellissima opportunità di leggere questo racconto in cambio della mia onesta opinione. Grazie mille!
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“Dal buio fitto in cui era scivolata la sua coscienza assonnata parve uscire qualcosa, una forma sempre più nitida. Dita che diventavano mani, mani che diventavano braccia. C’era una presenza vicino a lei. Ne sentiva il calore del corpo, il peso che inclinava il materasso su cui adesso era improvvisamente distesa.
Si irrigidì. Il cuore accelerò, la fronte si aggrottò.
La presenza acquistò sostanza e le si sdraiò accanto. Chiunque fosse era adesso al suo fianco, ora sopra il suo corpo. Forse persino dentro la testa.
«Perché ti sei dimenticata di me?», sentì chiedere. Una voce profonda, di chi ha visto trascorrere tanti inverni. Un uomo.
Le sfiorò le gambe con le proprie, il seno con il petto, finché Clara non lo scoprì accanto al suo orecchio, il naso che le scendeva lungo il collo e annusava l’odore dolce della sua pelle.