Non scrivo bellissimi post. E molto di quello che scrivo qui è esattamente come io vedo questa vita. La mia. Bellissima. Caotica. Inattesa. A tratti un po' tormentata. Non ho mai scritto esattamente quello che è successo negli ultimi anni. Quello per cui il mio modo di scrivere è cambiato. Non nei dettagli almeno. Perchè cerco sempre di tutelare la mia vita e chi ne fa parte. Eppure ricevo mail da persone da ogni parte del mondo che mi scrivono "Speriamo che il tuo cuore si ripari presto". Quindi sanno? Hanno letto tra le righe?
Mi sento incoerente a volte. E inaffidabile. E posso solo chiedere scusa. Scusa, scusa. Mi dispiace se tutto di me può sembrare contraddittorio. Ma non lo è per il mio cuore e la direzione in cui sta andando. Il resto potrebbe essere solo finzione. Il resto potrebbe essere solo un post che ho assemblato due anni fa e non ho mai pensato di fargli vedere la luce. Il resto era probabilmente su di te. O più su di me. Oppure su di noi. Ma son rimaste solo le cazzate. E cosa me ne faccio di una marea di cazzate? Che felicità può esserci in un mare di cazzate? Forse la tua. Nemmeno più quella. Te lo dico con parole mie. Tra tante che me ne raccontavi "Ti Adoro" rimarrà sempre la mia preferita. E anche se tu dici di amarmi ancora, sai, succede, che se io ti amo, poi, finisco anche per odiarti e basta.
Forse non sono mai stata onesta qui. Ma il mio cuore sì, lo è stato, sempre. Il mio blog non è mai stato una tabella di marcia. Non da quando ho cominciato. E' più un Post It. Un promemoria. Chi mi è più vicino, mi guarda negli occhi e mi tocca i gomiti, sa che "Quella carezza" era reale e che la ragazza in attesa del treno, sono sempre e solo io. Quest'angolo non è nato come espediente per dire ad amici e familiari "Hey, guardate cosa combino". Ma se così fosse? In un post do esattamente l'idea di come mi sento in un preciso momento. Anche se forse metà di esso è costruito. Perchè quello che voglio farvi arrivare, lo stabilisco io. Ciò che deve trapelare di me, lo leggete così come io scelgo di mostrarvelo. La parte vera di me, sono queste lacrime, questo corpo, questo cuore che voi qui non potete toccare. Ma forse solo intuire.
Con il tempo ho capito che palesare la mia vita, su un blog, mi permette di scrivere con un tè tra le mani, i capelli arruffati e il trucco sbavato. Ma come blogger, o scrittrice, o umana non sono obbligata a divulgare la verità. Non tutta. Non spillo per spillo. Quando entrate qui, visitate pagine vibranti e slide-show di una ragazza, ormai donna, che ha trascorso gli ultimi anni a pinzare i cuori degli altri per le maniche. A far toccare la punta delle dita contro i suoi pensieri, le sue riflessioni, la sua disperazione repressa, le sue delusioni e a volte anche la sua felicità in un mondo in cui piacersi l'un l'altro oggi è più difficile rispetto a ieri. Quando entrate qui, leggete di una donna che ha iniziato a imparare a ballare nel bel mezzo di un ciclone. Una sorta di uragano. Tanto che talvolta mi ritrovo in piedi immersa nelle pozzanghere, col fango fino alle ginocchia.
Ma una cosa è certa. Ogni post pubblicato che avete letto finora, non è così vero, come questo. Le parole messe insieme oggi, le ho cercate e le ho trovate, per provare ad arrivare più vicino alla mia umanità. E anche umiltà. Io non mi definisco una scrittrice. Io non mi definisco nemmeno una blogger. Preferisco non essere nè uno, nè l'altro. Sono solo una ragazza. Solo una donna con una vita d'oro, nonostante tutto, che si trova quasi sulla cuspide dei 40 e continua a sognare. Perché tutti i suoi più grandi sogni non si sono ancora avverati. Una ragazza che non riesce ad essere qui da Lunedì a Venerdì. Ma è solo di passaggio. Una ragazza che potrebbe piombare nella vostra casella di posta alle 01:49 con 842 parole scritte dopo mezzanotte. Tutto questo è ciò che questo blog è.