Penultima tappa delle vacanze: quest’anno ogni ponte ha rappresentato una buona scusa per girellare. Giovedi, con due regionali cosi’ lenti che potevo contare le piantine nei campi della pianura, sono arrivata in una Fano calda e sorridente. Me ne andro’ domani mattina dopo una notte di diluvio e un sabato di scrosci che qui, tutto intorno, nella regione, hanno causato allagamenti e danni a cose e a persone. Questo e’ un territorio pacifico e prezioso che, ogni tanto, si arrabbia e allora sono guai. Sono scese bombe d’acqua, é soffiato il vento, ha rumoreggiato il mare, sono esondati i fiumi.
Al riparo del camper, al sicuro, ne ho approfittato per fare cose che prevedono una certa concentrazione e tempo a disposizione, una delle quali é stata dormire. Mai perdere l’occasione.
Ieri, prima che si scatenasse il putiferio, sono stata invece a Urbino che non vedevo dalla quinta ginnasio, cioe’ da eoni, tant’e’ che nemmeno me la ricordavo. Ho visitato la Pinacoteca a Palazzo Ducale con soddisfazione per i quadri ma, soprattutto, per i pavimenti antichi in cotto. Ho un debole per i pavimenti antichi in cotto. Mi sono infilata in un paio di chiese, sono passata davanti alla casa di Raffaello, ho percorso le vie da una porta all’altra. Come ultimo atto avevo deciso di lasciare la visita alla rampa elicoidale, costruzione che funziona benissimo sul mio immaginario e ravviva un po’ pure il mio sopitissimo senso matematico.
Alla base della torre che la ospita c’e’ l’ufficio informazioni e la porta chiusa. Mi spiegano che purtroppo la rampa é chiusa da quasi un anno e nessuno sa se e quando sara’ riaperta al pubblico.
Urbino, patrimonio dell’Unesco, citta’ ideale. Noi la bellezza non sempre ce la meritiamo tutta.