Sempre un anno avanti… “Quando ero nei Giovanissimi, giocavo coi ’96, così come con gli Allievi. Anche quest’anno in Primavera ho fatto la maggior parte delle partite”.
Esordio in Prima squadra – “Quando ho esordito in Europa League e in Serie A, ho sempre detto che era un punto di partenza: ho una vita calcistica davanti”.
Le tue carattersitiche tecniche – “Da piccolo giocavo in attacco, al secondo anno mi hanno spostato esterno, infine, nel giro di due o tre anni, mi hanno spostato terzino. Ravera mi disse che mi metteva lì per farmi imparare a difendere. Questo è stato fondamentale per la mia carriera”.
Difficoltà maggiore nel salto di categoria – “Dico i ritmi, perché in Primavera era tutto molto più facile, anche a livello di testa In Prma squadra c’è poco tempo per ragionare, devi sapere prima a chi dare la palla. All’inizio si fa fatica, anche dal punto di vista fisico, ma più ci si allena coi grandi e più si arriva al loro livello”.
Una vita all’Inter… “Avevo 7 anni quando sono arrivato all’Inter, fare tutta la trafila non è facile e devo dire che col passare degli anni sono arrivato a questo livello grazie all’aiuto dei vari tecnici che ho incontrato. I miei genitori dicevano ‘testa bassa e lavorare’. A scuola vado bene, ma ho perso un anno…”.
Aspettative personali della prossima stagione – “Dopo il ritiro vediamo se il mister mi tiene in Prima squadra: spero comunque di giocare, ma non è facile perché ho dei campioni davanti a me. Farò tutto il possibile, darò il 100 per cento. Con la Primavera siamo stati sfortunati alle finali, eravamo senza attaccanti titolari. Mentre al Viareggio con loro in camposiamo riusciti a vincere. Quest’anno spero di vincere ancora, magari con la Prima squadra”.