Dimenticare il passato e pensare soltanto al futuro: i Timberwolves usciranno dal tunnel?

Creato il 27 luglio 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Minnesota Timberwolves – © 2015 twitter.com/MNTimberwolves

A Minneapolis ci saranno ormai anche abituati e certamente, dopo la partenza di Kevin Love verso Cleveland, in molti si aspettavano l’ennesima, deludente stagione dell’ultimo decennio, tragico sotto ogni punto di vista e, prima di tutto, privo di apparizioni ai playoff. Una regular season da 16 vittorie e 66 sconfitte, peggior record stagionale in NBA, però, mette alla prova anche i sostenitori più incalliti. Per fortuna la lottery ha concesso ai Timberwolves la prima scelta assoluta al Draft e ha portato in città la terza first pick consecutiva. Il roster non è ancora pronto per grandi passi in avanti, soprattutto in questa indiavolata Western Conference, il futuro, però, è dalla parte di Minnesota.

Il primo obiettivo tangibile era quello di mettere le mani su Karl-Anthony Towns e, ovviamente, potendo scegliere per primi, non è stato granché difficile. I dubbi sul suo reale valore, in comparazione soprattutto al compare Jahlil Okafor, scelto dai Sixers alla numero 3, ci sono e soltanto la prossima stagione aiuterà a dissiparli. Quel che è certo è che Towns, 2 metri e 11 per 113 chilogrammi di peso, ha una struttura fisica già perfetta per stare tra i professionisti, ha capacità fenomenali tanto a rimbalzo quanto in termini di stoppate e sa gestire al meglio tanto la fase offensiva, visto che sa segnare nel pitturato con entrambe le mani, ben educate per un lungo della sua altezza, e tira molto bene i liberi (85% l’anno passato), quanto quella difensiva, essendo un ottimo rim-protector. Dovrà certamente migliorare il suo gioco in post ed essere costante e consistente in attacco se vuole aspirare al titolo di Rookie of the Year e legittimare a pieno la scelta da primo della classe. Si presenta ai Timberwolves con i 10.3 punti, 6.7 rimbalzi e 2.3 stoppate messi insieme l’anno passato a Kentucky, dove è stato nominato SEC Freshman of the Year.

Non soltanto Towns, come detto, perché a Minnesota ci sono anche le due precedenti prime scelte al Draft. L’uomo che più di tutti fa sognare i tifosi dei T-Wolves è, senza dubbio, Andrew Wiggins. Dopo aver conquistato il premio di Rookie of the Year, grazie alle fenomenali prestazioni della seconda parte di stagione, il canadese non pone più limiti di fronte a sé. Ha dimostrato di poter tenere testa niente meno che a LeBron James in una sfida contro i Cavaliers e, nonostante il Prescelto abbia alla fine portato a casa il successo, per Wiggins è stata una giornata da ricordare grazie al suo career-high da 33 punti, con 14/25 al tiro. Le statistiche complessive parlano di 16.9 punti, 4.6 rimbalzi e 2.1 assist, oltre ad aver dimostrato di essere già pronto, mentalmente e tecnicamente, per essere il leader di squadra. Non altrettanto si può dire di Anthony Bennett, destinato probabilmente ad essere considerato una delle peggiori prime scelte di tutti i tempi. Dopo il nulla assoluto combinato in Ohio, ci si aspettava che, con le maggiori responsabilità a Minneapolis, potesse rialzare la testa. Invece, per lui, appena 5.2 punti e 3.8 rimbalzi in appena 15 minuti d’impiego di media, con la sensazione di trovarsi di fronte ad un giocatore scoppiato, tanto a livello fisico quanto a livello mentale. Ma questa estate potrebbe cambiare le cose anche per lui visto le ottime prestazioni con la sua Nazionale nei Campionati Panamericani: 15.6 punti con il 56% dal campo, 9.4 rimbalzi (migliore della competizione), 5.4 falli subiti.

Due ulteriori grandi speranze per i Lupi grigi sono legate a Ricky Rubio e Zach LaVine. Lo spagnolo sarà fondamentale per mettere in funzione un’arma potenzialmente letale come Towns, oltre che per migliorare il gioco di squadra e far funzionare al meglio un attacco che ha faticato moltissimo a rodare dopo la partenza di Love. Sperando che i problemi fisici siano ormai lasciati da parte e che Rubio possa tornare magico come ce lo si ricordava dal primo sprazzo di carriera vissuto in NBA. Limitare le palle perse e tornare ad altissimi livelli in termini di assist (comunque 8.8 a partita nelle sole 22 giocate l’anno scorso) e palle rubate, non avendo un tiro particolarmente letale, sarà l’obiettivo del nativo di El Masnou nella prossima regular season, attesa al riscatto dopo tanto penare. Un altro elemento su cui tenere gli occhi ben aperti è LaVine. Tutto il mondo gli ha messo gli occhi addosso dopo una prestazione incredibile durante lo Slam Dunk Contest dello scorso All-Star Game, vinto con schiacciate di altissima caratura, e lui ha risposto tenendo ottime medie di 14.2 punti, 3.9 rimbalzi e 4.2 assist a partita a seguito della sua notte magica del 14 febbraio. Niente male per un classe ’95, con la personalità giusta per poter dominare, grazie ad agilità ed elevazione con pochi eguali.

Ci sono poi due uomini di esperienza pronti a dare una saggia mano al manipolo di giovani talenti di Minnesota. Kevin Martin ha giocato appena 39 partite l’anno passato ed è continuamente messo a dura prova da problemi fisici, ma può garantire molti punti di media se sano (20 l’anno passato) ed è un tiratore di grande qualità soprattutto da oltre l’arco. Il campo ci dirà se avrà ancora la forza di essere decisivo. Un altro Kevin, Garnett, non ha certamente bisogno di prestazioni. Pur essendo lontanissimo dal Big Ticket che portò, nel 2004, i Timberwolves in finale di Conference da MVP della Lega, Garnett è un giocatore di un’importanza spropositata nello spogliatoio della squadra che lo ha lanciato tra i migliori di sempre nel suo ruolo. Sperando che, alle sue spalle, possa esplodere la stella di Gorgui Dieng, fantastico nella sua stagione da rookie a ritagliarsi uno spazio importante nelle rotazioni di Minnesota, ma non altrettanto all’altezza della situazione l’anno passato con molti più minuti sul parquet.
O anche uno degli ultimi arrivati dal mercato e più precisamente dall’Europa, Nemanja Bjelica, MVP dell’ultima Euroleague, che ha firmato un ricco triennale con i TWolves per provare a spiccare il volo anche aldilà dell’Oceano.

Introducing Nemanja Bjelica, the #Twolves newest member of the pack! pic.twitter.com/ywRccM9aOM

— MN Timberwolves (@MNTimberwolves) 15 Luglio 2015

La squadra non è certamente tra le migliori del lotto, in particolare se si tratta di un Ovest sempre più competitivo in termini di forze in gioco. I Timberwolves, però, se stanno aspettando tanto per una resurrezione, potranno avere la pazienza giusta per arrivare in alto. Il futuro è dalla loro parte, oggi più che mai.